“Il Mondo brucia”: da questa premessa nasce la Settimana di Ribellione a Roma

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VARESE, 17 marzo 2025-Un grido d’allarme si leva con forza: “Il mondo brucia, la terra affonda”. La constatazione amara di un presente stravolto dal caos climatico risuona come un monito per l’intera umanità. Siamo, si legge in un recente appello, nel bel mezzo della sesta estinzione di massa della storia, e questa volta il ruolo dell’asteroide distruttivo è interpretato dalle nostre stesse azioni.

La crisi ambientale si intreccia inestricabilmente con un panorama socio-economico sempre più fragile. L’aumento del costo della vita, l’esplosione delle disuguaglianze sul fronte lavorativo, economico e sociale, minano le fondamenta stesse della democrazia, aprendo la strada all’avanzata di nuove forme di fascismo. Un quadro inquietante che dipinge un futuro incerto e carico di pericoli.

Il dito è puntato contro i governi mondiali, ritenuti responsabili di un fallimento collettivo. Nel mirino finisce anche l’operato del governo italiano e delle sue grandi aziende, accusati di persistere in investimenti ciechi nei combustibili fossili, in conflitti bellici e armamenti. Scelte che, secondo i promotori dell’appello, mettono drammaticamente a rischio il settore lavorativo, costringono intere popolazioni a migrare dalle proprie terre e colpiscono duramente le comunità che abitano nei Sud del mondo. A questo scenario si aggiunge la crescente preoccupazione per le limitazioni alla libertà di espressione e di dissenso, elementi vitali per una società democratica e consapevole.

Di fronte a questa situazione critica, si prospetta una scelta cruciale: “Verità o negazione? Azione o collasso? Democrazia o ecofascismo? Benessere per tutti o ricchezza per pochi?”. Interrogativi che pongono l’umanità di fronte alle proprie responsabilità e alla necessità impellente di un cambio di rotta radicale.

In risposta a questa crisi sistemica, un gruppo di cittadini e cittadine italiani ha deciso di rompere gli schemi, dichiarando “nullo il contratto sociale” e annunciando una settimana di ribellione per una “Primavera Rumorosa” a Roma, che si terrà dal 25 aprile al 1 maggio. Un’azione dirompente che mira a scuotere le coscienze e a sollecitare un impegno concreto per un futuro più sostenibile, equo e democratico. L’appuntamento romano si configura come un momento di mobilitazione e di confronto, un tentativo di riappropriarsi del proprio destino di fronte a sfide globali che non possono più essere ignorate. La “Primavera Rumorosa” si preannuncia come un’occasione per dare voce al dissenso e per costruire collettivamente alternative concrete a un presente che appare sempre più insostenibile.

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