Da Leonardo a Warhol: Il Cenacolo nell’Arte tra Sacro e Profano a Saronno

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Daniel Spoerri, Le Trésor despaures “Los Machos” (prima versione), 1985 su tavola

SARONNO, 25 marzo 2025. Un’importante inziativa culturale organizzata dal Comune di Saronno, in collaborazione con l’Associazione Flangini in occasione del Giubileo 2025, dedicato alla riconciliazione, al rinnovamento e alla conversione spirituale.

Come tema è stato scelto il cenacolo, rappresentazione di uno dei momenti più intensi nel racconto dei Vangeli. Cuore della rassegna sarà un percorso artistico, culturale e spirituale dal titolo Cenacoli. Da Andrea da Saronno a Andy Warhol, a cura di Antonio d’Avossa, noto critico e storico dell’arte.

La scelta dell’icona, il Cenacolo, trova ragion d’essere nella rilevanza di questo soggetto nella storia artistica e culturale occidentale, ma soprattutto nella forte connessione con i significati e i valori ai quali si richiama il Giubileo 2025, che vede nello spezzare del pane il gesto con cui Dio si dona all’uomo, suscitando il desiderio profondo di una vera conversione. Il Cenacolo simbolizza infatti l’unione tra Cristo e gli uomini, il Nuovo Patto, che salva dalla morte spirituale e libera gli uomini dalla prigionia spirituale ricordando l’amore e il sacrificio di Cristo per la salvezza dell’umanità.

Wolf Vostell, Energia, 1973

Le opere in mostra, molto varie nella tipologia e periodo artistico, hanno come memoria comune il Cenacolo universalmente noto, quello vinciano, che costituisce il referente visivo – segnico più noto della Comunione. Il percorso artistico si sviluppa in più spazi espositivi: inizia presso l’Art Cafè con le incisioni del Sette-Ottocento, eccezionalmente concesse dall’Accademia di Belle Arti di Brera, prosegue presso la Sala Nevera di Casa Morandi con opere di arte moderna e contemporanea, oggettistica e filmati di grande originalità.

Opere d’arte diverse s’intersecano con l’esposizione di curiosi oggetti pop provenienti anche da Cina, Russia, Usa (magliette, skateboard, orologi, mobile case, tra i tanti) insieme a circa cinquanta foto di cenacoli tatuati su corpi umani, testimoniano la popolarità trasversale di questa immagine religiosa. La commistione operata dal curatore, Antonio d’Avossa, tra cultura alta e bassa conferma che tra le due forme espressive c’è sempre uno scambio, benché non sempre di immediata percezione, che nel caso de L’Ultima Cena appare invece in tutta la sua evidenza.

Gli artisti presenti in mostra appartengono al panorama italiano taliano ed internazionale, esprimono le diverse poetiche, tecniche artistiche, culture e provenienze: Joseph Beuys *Adolphe Braun Giulio De Mitri Antonio Di Biase Gabriele Di Matteo Barbara Fässler *Jacob Frey Fabrizio Garghetti Paul Goodwin Maurice Henry Jiri Kolar David LaChapelle Eris Mone *Raffaello Morghen Tomoko Nagao Hermann Nitsch Nicola Pankoff Guido Peruz *Andrea Solario Daniel Spoerri *Rudolf Stang Christian Tobas, Wolf Vostell Andy Warhol Uli Weber (*Incisioni del ‘700 e ’800 di proprietà dell’Accademia di Belle Arti di Brera).

Nicola Pankoff, Prima della cena, 2025, tempera su tela di lino, cm. 100×100

Ad estendere e completare il percorso espositivo si uniscono il Santuario della Beata Vergine dei Miracoli con il Cenacolo ligneo, opera cinquecentesca di Andrea da Saronno (o da Corbetta) e Alberto da Lodi e il Museo della Ceramica “G. Gianetti” che ospita l’opera di Ugo La Pietra “L’ultima cena”, esposta nella sala principale del museo, sopra la porta, a citazione del cenacolo vinciano e simbolo del grande significato che la ceramica porta sempre con se: raccogliere la storia, conservarla e condividerla, raccontarla nuovamente nel tempo.

Mostra promossa da Comune di Saronno

Con il Patrocinio di Regione Lombardia (in attesa di concessione) Provincia di Varese (in attesa di concessione) Accademia di Belle Arti di Brera, Milano