TRIPOLI, 15 aprile 2025-Una saga triennale di richieste di documenti alla Commissione da parte di EUobserver si è recentemente conclusa, dimostrando l’approccio creativo dell’esecutivo dell’UE alla trasparenza riguardo alle operazioni in Libia.
Nel 2022, il funzionario della Commissione UE Francisco Gaztelu Mezquiri assicurò con sicurezza ai deputati del Parlamento Europeo (MEP) che un osservatore esterno assunto aveva riscontrato zero violazioni del principio “non arrecare danno” dell’UE, notoriamente vago.
Poiché questo sembrava un risultato improbabile, EUobserver ha iniziato una ricerca per ottenere dalla Commissione il nome del contraente e la pubblicazione dei rapporti di monitoraggio che confermassero la dichiarazione di Mezquiri.
La Commissione si è ripetutamente rifiutata di rivelare il nome del contraente e alla fine ha pubblicato rapporti di monitoraggio così pesantemente oscurati da poter essere considerati pagine bianche.
Dopo alcune sollecitazioni del Mediatore europeo, la Commissione ha ammesso con riluttanza – e in modo ottuso – che il suo “osservatore” si limitava a registrare rischi ipotetici, non danni effettivi.
Nel frattempo, la Corte dei Conti europea ha gettato benzina sul fuoco evidenziando l’ignoranza della Commissione riguardo alle azioni che finanzia in Libia: il personale non sapeva esattamente dove o come venivano utilizzate le attrezzature finanziate dall’UE e non aveva meccanismi in atto per scoprirlo.
Rassicurante sapere finalmente che la supervisione dell’UE rimane saldamente ancorata all’incertezza.