VARESE, 16 aprile 2025-di GIANNI BERALDO
Un tour de force promozionale quello dello scrittore, attivista politico ed editore Nando Simeone, partito questa mattina da Roma, poi tappa pomeridiana a Milano e conclusione questa sera a Varese presso la sede di Un’altra Storia in via Del Cairo, dove Simeone ha presentato il suo nuovo libro intitolato ‘Israele Palestina. No al genocidio sì alla soluzione binazionale’.
Con lui il ‘padone di casa’ Beppe Musolino, che ha introdotto l’incontro e Filippo Bianchetti, noto medico varesino del Comitato varesino Palestina e Sanitari per Gaza.
Un libro particolarmente sentito per l’autore, psicologo e trotzkista convinto, nel 1990 fu tra i protagonisti del movimento della Pantera nella facoltà di Psicologia di Roma. E’ stato dirigente del Prc, e dal 2003 al 2008 Vice presidente del Consiglio provinciale di Roma.
Un passato denso di passione politica, di manifestazioni, di lotte importanti. Tutto questo si riflette in questo libro, con interventi significativi di alcuni protagonisti come Adam Hanieh, Valerio Torre, Ilan Pappé, Joseph Daher, Gilbert Achcar, Michel Warschawski, Ariella Aïsha Azoulay e Patrick Cockburn. Un libro che riporta in auge la questione palestinese soprattutto in questo drammatico periodo storico che vede allontanarsi sempre più lo status di Stato autonomo. “Come casa editrice stiamo cercando di dare un segnale importante. Importante come le manifestazioni dei movimenti studenteschi, all’interno dei quali anche in passato abbiamo avuto i detonatori sociali”, dice Simeone che sottolinea come “la mancata sincronizzazione tra studenti, operai e sindacati ha prodotto repressione e marginalizzazione, nei confronti di chi manifesta a favore della causa palestinese”.
Poi l’attivista romano entra nelle pieghe del libro, evidenziando come l’attuale situazione palestinese abbai generato un ampio movimento globale di solidarietà con il popolo palestinese, nato nelle università statunitensi come nel ’68, denuncia il genocidio messo un atto dallo stato del governo sionista di Israele con l’appoggio degli Stati Uniti e di vari paesi europei, inclusa l’Italia, per mantenere il controllo strategico sul Medio Oriente.

Al centro di questo conflitto vi è il petrolio, risorsa chiave contesa nella regione, il cui controllo è garantito anche grazie all’alleanza con le monarchie del Golfo Persico. La centralità del Medio Oriente nell’approvvigionamento petrolifero ha consentito all’Europa occidentale di aumentare le importazioni dal 43% all’85%, favorendo la nascita di nuove industrie, in particolare la petrolchimica.
Insomma tutto ruota sul neo capitalismo oramai dilagante anche nei Paesi dell’Est “l’ultimo baluardo rimane Cuba”, dice Simeone. Forse anche con un pizzico di nostalgia.