VARESE, 17 aprile 2025-Il duro e commosso intervento della segreteria della Camera del lavoro di Varese dopo l’uccisione di Teresa: “Basta silenzi, è ora di distruggere davvero tutto”.
“Se domani sono io, se domani non torno, distruggi tutto. Se domani tocca a me, voglio essere l’ultima”. I versi della poetessa Cristina Torres Cáceres risuonano ancora una volta con una tragica attualità. La segreteria della Camera del lavoro (Cdl) di Varese, con la voce di Gaia Angelo, rompe il silenzio con un intervento carico di rabbia e dolore di fronte all’ennesimo femminicidio: “Beh adesso forse dovremmo distruggere davvero tutto perché è successo, è successo ancora. Un’altra donna è stata uccisa. Teresa non è tornata. Teresa non sarà l’ultima.”
L’amara constatazione è un pugno nello stomaco. Appelli, fiaccolate, marce, minuti di silenzio e di rumore, pur necessari, sembrano non bastare a fermare la spirale di violenza: “li faremo, continueremo a farli perché gli uomini uccideranno ancora. Perchè sono ancora tanti gli uomini che non accettano dei no, che non accettano di essere lasciati, che pretendono che una donna rimanga nonostante facciano i loro porci comodi urlando, picchiando, umiliando, tradendo, avendo doppie vite, stuprando.”
La Cdl Varese punta il dito contro una normalità apparente che troppo spesso cela l’orrore domestico: “Sono uomini normali, che fanno vite normali, che hanno lavori normali, che vivono nell’appartamento accanto al nostro, che vanno a giocare a calcetto con gli amici e che quando chiudono la porta di casa scatenano l’inferno, ogni giorno, tutti i giorni, per anni.”
La domanda, lacerante, si fa spazio: “Ma che cosa credono sia una donna? Un’auto di proprietà? Una serva? Una latrina per le loro frustrazioni? Una schiava sessuale? Un fantoccio su cui riversare tutta la loro rabbia di uomini violenti, incapaci di creare una relazione sana, incapaci di dare amore? Ma perché non stanno da soli?”
Il cuore del problema risiede in una mentalità possessiva e di controllo: “Pensano che una moglie, una compagna sia roba loro, per sempre, anche quando lei decide di andarsene, magari dopo anni di vessazioni. Pensano che la donna vada controllata, spiata, educata, aggiustata, violentata, malmenata, uccisa se non ubbidisce.”
La Cdl Varese non usa mezzi termini nel definire gli autori di questi atti: “Non sono mostri e non sono uomini che sbagliano. Sono uomini che hanno fallito in quanto compagni, in quanto mariti, in quanto padri, in quanto ex mariti ed ex compagni, hanno fallito in quanto uomini e in quanto esseri umani. Siete uomini che hanno fallito tutto.”
Un barlume di speranza e un appello all’azione vengono rivolti a quegli uomini che si ribellano alla cultura della violenza: “Sono pochi gli uomini che invece si ribellano a questa cultura della violenza ma ci sono e il loro impegno è importante, importantissimo. Andate avanti così, dobbiamo unire le forze contro i femminicidi. Dobbiamo combattere la violenza tutti i giorni, dappertutto. Lo dobbiamo fare perché siamo tutte e tutti coinvolti.”
Il messaggio della segreteria della Camera del lavoro di Varese è un grido di dolore e un pressante invito a una responsabilità collettiva, un monito a non restare in silenzio e a combattere ogni giorno la violenza di genere, affinché il sacrificio di Teresa non sia vano e affinché, un giorno, nessuna donna debba più pronunciare quel tragico verso: “voglio essere l’ultima”.