VARESE, 20 aprile 2025-Le argomentazioni presentate dal Governo Meloni-Salvini per convincere la Commissione Europea a dare il via libera al Ponte sullo Stretto, nonostante il parere negativo della commissione Via-Vas, appaiono a dir poco sconcertanti. Annalisa Corrado, responsabile Conversione Ecologica del PD, non usa mezzi termini nel definire “allibitive” le motivazioni addotte dall’esecutivo.
Secondo il documento governativo, il mastodontico progetto infrastrutturale si renderebbe necessario per una serie di ragioni che, ad un’analisi più approfondita, mostrano diverse criticità e, in alcuni casi, sfiorano il paradosso.
Un ponte “tuttofare”?
L’elenco delle presunte utilità del ponte è eterogeneo e, francamente, surreale:
Soccorsi rapidi in caso di terremoto: L’immagine di colonne di mezzi di soccorso che sfrecciano sul ponte in caso di calamità naturale è suggestiva, ma non tiene conto della complessità logistica di tali operazioni e dell’efficacia di altri mezzi di trasporto già disponibili.
Agevolare il passaggio dei mezzi Nato: L’idea che un ponte possa essere un elemento cruciale per la logistica militare dell’Alleanza Atlantica, tanto da giustificare un’opera di tale portata, appare quantomeno singolare. Ci si chiede se il Governo immagini davvero un transito massiccio di truppe di terra attraverso lo Stretto.
Eliminazione della condizione di insularità: Questo è un argomento storico a favore del ponte, ma la sua realizzazione rappresenta davvero l’unica soluzione per superare le difficoltà legate all’insularità della Sicilia? Non esistono forse investimenti più mirati e meno impattanti per migliorare i collegamenti e i servizi?
Far arrivare l’acqua in caso di siccità: Affidare ad un ponte il compito di risolvere la cronica carenza idrica della Sicilia appare una soluzione tanto fantasiosa quanto impraticabile. Verrebbe da chiedersi se il Governo immagini un flusso continuo di autobotti attraverso la struttura.
Integrare i servizi sanitari siciliani e calabresi: Sebbene la facilitazione degli spostamenti possa indirettamente favorire una maggiore integrazione sanitaria, pensare che un ponte sia la chiave per risolvere le criticità dei sistemi sanitari regionali sembra una semplificazione eccessiva.
Contraddizioni e paradossi
La nota di Annalisa Corrado evidenzia con forza le contraddizioni insite nelle

argomentazioni del Governo. Come si può invocare il rischio sismico e idrogeologico come giustificazione per la costruzione del ponte, quando lo stesso Governo sembra aver sminuito tali rischi nelle fasi di valutazione del progetto, escludendo tra l’altro l’INGV dalle analisi sismiche?
Altrettanto paradossale è l’argomento legato alla siccità. Mentre i governi regionali a guida centrodestra vengono accusati di aver sprecato fondi per le infrastrutture idriche e di aver visto bocciare numerosi progetti legati al PNRR, la soluzione proposta sembra essere il transito di autobotti su un ponte la cui costruzione, per anni, sottoporrebbe l’area ad un forte stress idrico.
Sanità e viabilità dimenticate
Corrado sposta poi l’attenzione su temi cruciali come la sanità e la viabilità ordinaria, che sembrano essere stati messi in secondo piano dalla “fissazione” del Governo per il Ponte. Mentre si sbandiera la presunta utilità del ponte per l’integrazione sanitaria, a livello locale si continua ad utilizzare la sanità come strumento di potere attraverso nomine clientelari. E si attende ancora una presa di posizione del Presidente Schifani sui gravi ritardi dell’ASP di Trapani.
Parallelamente, la viabilità sia in Sicilia che in Calabria versa in condizioni disastrose, con quasi 15 miliardi di euro bloccati a causa di un progetto ritenuto ideologico e dannoso.
La battaglia in Europa
Annalisa Corrado conclude la sua nota ribadendo l’impegno del Partito Democratico a proseguire la battaglia in Europa per chiedere alla Commissione un parere negativo definitivo su un progetto che, a giudicare dalle argomentazioni presentate, sembra poggiare su fondamenta fragili e motivazioni discutibili.