Cinquant’anni dopo, Milano ricorda Sergio Ramelli nel segno del rispetto e della memoria condivisa

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MILANO, 29 aprile 2025– Un pomeriggio denso di significato ha avvolto i giardini intitolati a Sergio Ramelli, nel cinquantesimo anniversario della sua tragica scomparsa. Le note solenni de ‘Il Silenzio’ hanno fatto da sfondo al deposito delle corone in omaggio al giovane militante del Fronte della Gioventù, ucciso nel 1975 in un clima di violenza politica.

A rendere omaggio alla memoria di Ramelli erano presenti figure istituzionali di primo piano: il presidente del Senato, Ignazio La Russa, il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, e l’assessore alla Sicurezza della Regione Lombardia, Romano La Russa. La loro presenza congiunta ha sottolineato la volontà di superare le divisioni ideologiche e di riconoscere Sergio Ramelli come vittima della violenza politica che ha segnato un periodo buio della storia italiana.

“Un momento importante e denso di significato – ha dichiarato Romano La Russa – perché la tragica storia di Sergio deve essere un monito per tutti i giovani. È, infatti, fondamentale che le nuove generazioni custodiscano con sé la memoria e il ricordo di chi ha avuto il coraggio di affermare e difendere i suoi ideali”.

Oltre a Romano La Russa, hanno partecipato alla commemorazione il vicepresidente della Regione Marco Alparone e gli assessori regionali Francesca Caruso, Paolo Franco, Franco Lucente e il sottosegretario alla Presidenza della Regione, Federica Picchi, testimoniando la partecipazione sentita della giunta regionale.

Anche il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, ha voluto ricordare Sergio Ramelli attraverso un messaggio sui suoi profili social. “Un giovane che pagò con la vita il coraggio di esprimere liberamente le proprie idee”, ha scritto Fontana, aggiungendo un appello al superamento delle strumentalizzazioni: “Per troppo tempo la sua vicenda è stata strumentalizzata. Sergio Ramelli va riconosciuto come una vittima di tutti, simbolo delle conseguenze più tragiche dell’odio politico, che in democrazia non può e non deve avere spazio”.

La commemorazione di oggi a Milano segna un passo importante verso una rilettura condivisa di eventi dolorosi del passato, nella speranza che la memoria possa diventare un elemento di unità e di riflessione per le future generazioni.