Stanziamento di 6ml di euro per nuovo Liceo Quasimodo di Magenta: emendamento chiesto da Del Gobbo (NCI)

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Liceo Quasimodo di Magenta

MILANO 9 giugno 2020 – Uno stanziamento di 6 milioni di euro da destinare alla Città Metropolitana per realizzare il nuovo Liceo Quasimodo a Magenta. È il contenuto di un emendamento al Decreto Legge “Rilancio Italia”, depositato alla Camera dei Deputati dal gruppo Noi con l’Italia, e che rappresenta un “primo consistente mattone per realizzare un polo scolastico all’altezza delle esigenze di tutto l’alto milanese”.

Così ha annunciato l’iniziativa il Consigliere regionale Luca Del Gobbo, che al Pirellone milita nello stesso partito degli onorevoli Maurizio Lupi e Alessandro Colucci, estensori dell’emendamento, e che si è fatto portavoce di un appello importante.

“Voglio incontrare a breve Giuseppe Sala – ha dichiarato Del Gobbo – per chiedergli, in qualità di sindaco della Città Metropolitana, di avviare insieme un tavolo istituzionale che serva a raggiungere l’obiettivo del nuovo liceo. La risposta ai bisogni di un territorio viene prima di qualsiasi colore politico, a maggior ragione in un momento delicato per tutto il Paese”.

“Con questa prima dotazione finanziaria – ha precisato Del Gobbo – possiamo gettare le basi di un lavoro di squadra che ha come obiettivo il miglioramento di un’offerta formativa che intercetta il bisogno di centinaia di famiglie”.

Il Liceo Quasimodo di Magenta, che comprende un Liceo Classico, un Liceo Linguistico, un Liceo Musicale e un Liceo delle Scienze umane, conta quest’anno 1.151 iscritti, dei quali l’83% proviene dai comuni limitrofi a Magenta, ma anche dall’hinterland milanese, dall’Abbiatense e dal Novarese. “Una capacità di attrazione molto alta – spiega Del Gobbo – data dalla buona reputazione di questo istituto, per qualità degli insegnanti e del livello di apprendimento dei ragazzi. Potenzialità limitate però dalla mancanza di spazi. Non ci sono laboratori (trasformati in aule), manca una palestra di dimensioni adeguate, manca un’aula magna e un archivio. E la frammentazione delle sedi (tre in 5 edifici) rallenta i tempi di lavoro e di relazione”.

Del Gobbo conclude: “I sei milioni di euro sono un inizio a cui devono aggiungersi altre risorse, che arriveranno, però, solo se ci sarà un lavoro comune. Se vogliamo far ripartire l’Italia che cosa c’è di meglio se non scommettere sul capitale umano, sul protagonismo dei giovini e delle loro passioni? Cominciamo da qui e facciamolo insieme”.