VARESE, 26 luglio 2020- di GIANNI BERALDO-
In molti anni di carriera nel mondo musicale di personaggi ne ha incontrati e intervistati parecchi. Con alcuni é nata pure un’amicizia (come con Frank Zappa, del quale lei é una delle piú grandi conoscitrici), con altri rimangono ricordi indelebili racchiuse in storie che probabilmente solo il mondo della musica rock puó raccontare.
Stiamo parlando di Alessandra Izzo, giornalista musicale, attrice e molto altro che di storie vissute in prima persona da raccontare ne avrebbe parecchie
Molte delle quali decisamente stravaganti come conviene a questo ambiente e raccolte nel bel libro ”She Rocks!” (Volo Libero edizioni), dove Alessandra risulta essere la protagonista raccontando uno spaccato della sua vita professionale e in parte privata in modo semplice, diretto ed estremamente efficace dal quale traspira la sua grande passione per questo lavoro e per la musica rock e blues.
Ma ”She Rocks!” é molto altro.
Si tratta di una serie di interviste alle principali giornaliste musicali italiane le quali,
”sfidando” i loro colleghi uomini hanno trovato una loro dimensione in una realtá (quella del giornalismo musicale e del rock piú in generale) decisamente maschilista.
Passione, competenze ed elevata professionalitá: queste le caratteristiche principali che le hanno rese popolari al variegato mondo dei rockettari.
Quindici donne, 15 firme prestigiose che si sono prestate a raccontare ad Alessandra la loro vita e in parte il loro modo di essere. Il tutto con garbo e semplicità ma con quella forza che solo l’universo femminile è in grado di esprimere in ambiti diversi.
”She Rock!” è uscito lo scorso mese di marzo, poi rimasto sugli scaffali per la nota emergenza sanitaria e ora presentato dall’autrice (con successo) in tutta Italia e per saperne di più abbiamo sentito l’autrice.
Le colleghe intervistate da Alessandra Uzzo sono: Daniela Amenta, Eleonora Bagarotti, Clelia Bendandi, Patrizia De Rossi, Paola “Funky” Gallo, Roberta Maiorano, Raffaella Mezzanzanica, Cristiana Paolini, Valeria Rusconi, Alessandra Sacchetta, Betty Senatore, Alba Solaro, Barbara Tomasino, Marinella Venegoni, Barbara Volpi.
In questo bel libro hai raccolto storie e approcci diversi al mondo musicale da parte di alcune importanti colleghe: quali le sensazioni rimaste dopo questo lungo viaggio giornalistico/musicale?
«Diciamo che principalmente mi ha spronato ad andare avanti ma senza nostalgia tranne che per alcuni personaggi. Quella voglia di continuare, to be continued, mi è rimasta fin dal primo libro che ho scritto completandolo con secondo che scriverò probabilmente a breve. Questo libro invece è un’altra storia, si tratta di un lavoro diverso che avevo voglia di completare raccontando la mia esperienza nel mondo della musica così come quella raccontata dalle persone che ho scelto di inserire in questo libro. Insomma va bene così, è stata una bella storia che spero di raccontare al pubblico magari anche con la loro presenza».
Ma qualcosa ti avrà lasciato una volta scritta la pagina conclusiva.
«Due o tre persone tra quelle presenti nel libro sicuramente mi hanno lasciato qualcosa. Ad esempio Alba Solaro, persona che ho amato molto, personaggio che si avvicina forse un p più alle mie corde ma devo dire che apprezzo moltissimo anche tutte le altre citate nel libro».
Come Eleonora Bagarotti
«Guarda per me Eleonora è come fosse mia sorella tanto è profondo il legame tra noi, con la quale tra l’altro stiamo elaborando un progetto di cui però non posso anticipare nulla».
Nel libro troviamo qualche personaggio chiave, artisti che vengono citati nelle risposte alle tue interviste da parte di diverse colleghe: su tutti direi Patty Smith e Lou Reed. Secondo il tuo parere perché certi personaggi colpiscono maggiormente rispetto ad altri?
«Certamente per un fatto culturale, di appartenenza, Chiaro che un personaggio come Patty Smith viene vista come la regna del rock, anche se personalmente la definirei più la poetessa del rock. Le regine del rock per me sono state Debbie Harry o Stevie Nicks ad esempio. La poetessa in questo caso però è qualcosa di più. Patty Smith, avendola vista in concerto a Firenze quando”ero ancora una ragazzina così come Lou Reed visto moltissime volte dal vivo, sicuramente in me hanno lasciato un segno. Peccato invece che anche in questo libro pochi abbiano menzionato Frank Zappa, uno dei più grandi artisti di sempre, anzi per me il p grande di tutti. Stranamente anche Bob Dylan è stato poco menzionato, dopo Zappa il può grande in assoluto».
Strane certe scelte piuttosto che altre
«Non troppo. Calcola che qui si parla con delle giornaliste musicali colte europee che hanno una certa visione musicale. Se parli di Lou Reed o Patty Smith negli Stati Uniti le cose sono diverse. Se vai ad esempio in Oklahoma Patty Smith non sanno nemmeno chi sia, a differenza invece delle già citate Debbie Harry e Stevie Nicks invece conosciutissime. Questo infatti è un libro di taglio europeo, dove giornaliste europee dicono che Patty Smith è rock, cosa che invece non lo è per gli americani Per loro una donna rock è Joan Jett che in effetti è una grandissima rock woman. Patty Smith è stata capace di associare il rock a qualcosa di intellettuale. Mentre Lou Reed è stato una ”animale rock” però anche in questo caso rimanendo in una fascia intellettuale significativa»
Tra i vari personaggi menzionati nel libro ritroviamo anche Fernanda Pivano, persona straordinaria legata indissolubilmente a certe personalità artistiche, contribuendone la conoscenza in Italia
«Una grandissima donna decisamente avanti con i tempi: una persona davvero meravigliosa»
Ho notato con sorpresa che tra le intervistate sono Patrizia De Rossi abbia raccontato qualcosa di Bruce Springsteen..
«E’ vero, ma qui torniamo al discorso precedente. Springsteen infatti è stato per anni una grandissimo personaggio molto amato e apprezzato più negli Stati Uniti che in Europa (soprattutto in Italia dove il suo nome era conosciuto da pochi appassionati, ndr). Da noi Springsteen ha iniziato ad avere successo dopo l’uscita dell’album ”Born in the Usa” (con conseguente tour mondiale che nel 1985 lo vide protagonista di un epico concerto a San Siro, suo debutto italiano, ndr). In realtà Springsteen è stato un fenomeno molto americano che non apprezzai fin da subito, rispetto appunto alla De Rossi la quale invece è proprio una springstiniana della prima ora. Springsteen è stato un personaggio che molti lo vedevano come il grande menestrello americano, poi pian piano ha conosciuto anche i favori dell’Europa mentre negli states era già famosissimo. Il problema è che Springsteen è un artista che bisogna vederlo dal vivo, fin quando non lo vedi in quella dimensione non puoi capire la grandezza di questo rocker. Patrizia De Rossi negli anni ha avuto la fortuna di conoscerlo bene, di averlo intervistato oltre a scrivere dei libri su di lui, un p come me con Zappa».
Rispetto alla vita professionale e alle conoscenze artistiche, nel libro vi sono pochi aneddoti.
«Non è vero, di aneddoti ne ho raccontati parecchi, tutte storie vissute personalmente. Quello che interessa il lettore in realtà è quello che ha fatto Alessandra Izzo ossia la sottoscritta autrice del libro. Forse è giusto quello che rilevi nei confronti delle altre colleghe che in effetti hanno raccontato magari con ”il freno a mano tirato”: non so se per timidezza o altro. Io mi reputo una narratrice di musica, scrivendo e sentendo le loro storie ho capito che non molte di loro hanno poi fatto quel tipo di vita professionale come la mia ad eccezione della Solaro, Marinella Venegoni e poche altre. In effetti ho narrato la mia storia mentre molte di loro nel libro questo non l’hanno fatto, raccontando belle storie ma senza lasciarsi trasportare emotivamente e questo si evince leggendo certe pagine».
Ogni qualvolta si termina un libro riflettendo a posteriori si pensa di avere tralasciato qualcosa: è successo anche per ”She Rocks!’?.
«Sí, il mio più grande rammarico è quello di non essere riuscita a contattare Fiorella Gentile, una grandissima giornalista musicale ritiratasi a vita privata risultando irreperibile. Addirittura il suo nome non compare nemmeno nei motori di ricerca, ha fatto sparire tutto ciò che in qualche modo la riguardasse. Mi è dispiaciuto parecchio in quanto Fiorella fu una delle prime donne a parlare di musica negli anni Settanta, anche in televisione inviata a Londra con Michel Pergolani per un programma di Renzo Arbore. In quegli anni Fiorella intervistò il meglio della scena musicale internazionale».
Poco spazio agli artisti italiani se non in qualche caso dove l’arte musicale ha raggiunto livelli notevoli come nel caso dei CCCP . Io avrei aggiunto altri gruppi come i primissimi Litfiba ad esempio.
«Quelli erano anni di grande fermento creativo anche in Italia. I Litfiba come altri gruppi di quel periodo erano molto bravi. Mio marito in quegli anni era il direttore artistico del Blackout, locale storico di Roma, dove i Litfiba tennero uno dei primi concerti. Piero Pelú se lo ricorda ancora oggi»
In conclusione del libro dici che la tua grande passione è la musica blues, che poi è pure la mia.
«Ho ascoltato moltissimo blues durante tutta la lavorazione del libro e rimane sempre il mio più grande amore. Ti vorrei inoltre ricordare che sono napoletana e Napoli è blues!».