Alberto Tognola si ricandida sindaco a Daverio: ”Non possiamo sprecare quanto fatto in passato”

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Alberto Tognola ha deciso di ricandidarsi

DAVERIO, 29 luglio 2020-Si arriva a un certo punto – nella vita, in una storia, in un dipinto – in cui ci si ferma per un attimo a pensare: ci si guarda un po’ indietro, ci si guarda un po’ attorno, e poi si guarda avanti.

Alberto Tognola, che di Daverio è stato sindaco per dieci anni (dal 2006 al 2016), ha guardato indietro, ha guardato attorno, ha guardato avanti. E ha deciso. “Ho deciso – racconta in una chiacchierata nel giardino di casa sua, fatto di verde e di silenzio – di candidarmi, di chiedere ai daveriesi il  consenso per amministrarli in un nuovo mandato nel 2021”.

Ha deciso, perché?
Perché mi sono guardato indietro, e ho visto che il lavoro fatto nei dieci anni del mio sindacato è un patrimonio enorme: un patrimonio che non può essere disperso, che deve essere portato avanti, che deve essere valorizzato e trasmesso ai giovani e alle future generazioni. E poi perché mi sono guardato attorno.

E cos’ha visto?
Questi mesi, quelli del lock down e del Covid, ci hanno detto tante cose. Una su tutte: i valori, quei valori che hanno guidato i miei mandati da sindaco, sono diventati ancora più attuali e ancora più importanti.

E quali sono, questi valori?
Ambiente. Solidarietà. Educazione e formazione. Li ritenevamo importanti anni fa, insieme al gruppo di donne e uomini che mi accompagnò allora nell’avventura amministrativa. Oggi sono diventati capisaldi imprescindibili per chiunque voglia guardare al futuro.

Parliamone.
Il Covid ci ha sbattuto in faccia la stretta, strettissima relazione che c’è tra ambiente e vita, e ci ha mostrato tutti i problemi figli di una eccessiva presenza dell’uomo. Quella ambientale è la vera battaglia da combattere, oggi e in futuro: non è un’opzione, non c’è una scelta.

E in questo, un Comune come Daverio cosa può fare?
Può e deve fare molto, perché sono molte le competenze. Parlando di cose pratiche e molto vicine a noi: il nostro sistema di depurazione delle acque è obsoleto, e ARPA (l’agenzia regionale per l’ambiente) nel settembre del 2019 ha contestato al nostro Comune dei valori fuori dai parametri. La questione è molto semplice.

E sarebbe?
Noi inquiniamo, e tanto: da anni. Le nostre acque inquinano il rio Mara, che a loro volta inquinano il Vajone, che a loro volta inquinano lo Strona e poi il Ticino. Da lì le nostre acque inquinate si gettano nel Po e, inquinate, vanno nel mar Adriatico.

Soluzioni?
Il nostro depuratore è previsto in dismissione: la strada è tracciata, nonostante qualche lungaggine burocratica abbia rallentato l’iter. La dismissione del depuratore sarà il punto d’arrivo, ma intanto noi abbiamo il dovere di intervenire per fermare il danno che stiamo quotidianamente arrecando all’ambiente.

Oltre al depuratore?
I temi sul tavolo sono tanti, ma per restare a livello locale dico che uno dei nostri doveri è e sarà quello di difendere e mantenere il nostro patrimonio arboreo: abbattere gli alberi è un esempio negativo, sempre e comunque. Ci scandalizziamo tutti quando vediamo le immagini della deforestazione dell’Amazzonia: ma la lotta per la difesa degli alberi, che sono i nostri polmoni, inizia da qui. Dovremmo ricordarcene sempre: gli alberi si piantano, si curano. Non si abbattono.

Continui.
Ambiente e verde fanno anche rima con mobilità. In questo senso le mie amministrazioni avevano iniziato un percorso importante, con la creazione dell’area denominata “Central Park” che aveva valorizzato una zona particolare di Daverio come quella della Trascaina. Bisogna andare avanti su questa strada, e stiamo già studiando la possibilità di creare un percorso pedonale protetto che da Daverio arrivi alla pista ciclabile del Lago di Varese.

Educazione, diceva.
Dal Nido, passando per la Scuola Materna fino ad arrivare alla Primaria e alla Secondaria: abbiamo fatto davvero tanto, e mi piace ricordare il lavoro portato avanti con i laboratori artistici grazie all’intervento di un’importante azienda daveriese. Percorsi, discorsi e attenzioni da riprendere: fummo i primi ad aderire all’iniziativa “Puliamo il mondo” promossa da Legambiente, grazie alla spinta della maestra Macchi e di tutte le insegnanti che hanno collaborato successivamente: educazione e ambiente devono andare a braccetto, per educare i nostri bambini a quello che dovrà necessariamente essere il loro futuro.

Educazione e formazione, per essere precisi.
Quando parlo di formazione mi riferisco a quanto stiamo facendo e portando avanti con il gruppo di persone con il quale sto iniziandoportando avanti questa nuova esperienza: il mio compito è quello di trasferire a tutti coloro che faranno parte della nostra lista la mia esperienza amministrativa. Stiamo tenendo incontri, necessariamente online, su tematiche che ogni futuro amministratore dovrà conoscere: abbiamo parlato del depuratore e dei regolamenti comunali, parleremo di tutto ciò che fa parte della vita dell’amministratore. Perché la preparazione farà la differenza, sempre.

Ecco: ci parli del gruppo che la sosterrà.
Sarà, anzi é, un gruppo completamente nuovo: formato da tanti giovani, che rappresenteranno il futuro amministrativo di questo Comune. Ognuno sta portando e porterà idee ed esperienze, e sarà un onore passare il mio testimone a questo nuovo gruppo di donne e uomini che vorranno hanno voluto mettersi in gioco per il bene e per il futuro di Daverio. Non è importante imn quanti si parte, ma è importante in quanti si arriva: è così che si fanno le cose impossibili.

Chiudiamo il cerchio: ci diceva della solidarietà.
Un concetto che sta cambiando, si sta evolvendo: e anche in questo caso il Covid ci ha dato una bella svegliata. Non basta più solo venire incontro ai bisogni delle famiglie, bisogna iniziare a comprendere le problematiche e accompagnarle: è stato fatto tanto, grazie a una realtà come il nostro centro anziani o l’asilo, occorre fare un passo in più. Il Covid ci ha insegnato che non è la competizione, ma la solidarietà a permetterci di superare i momenti difficili. E ora, chiudiamo il cerchio.

Prego.
Avremo modo di parlare del nostro programma, di presentare le persone che fanno parte di questo gruppo. Di come vorremmo far tornare centrale la figura del medico di famiglia, una figura fondamentale che sia in grado di curare e di seguire: mio padre, che mi fece crescere in una casa che era una sorta di piccolo pronto soccorso, mi ha insegnato e trasmesso tutta l’umanità che sta dietro a questa professione. Chiudiamo il cerchio: guardandoci indietro, guardandoci attorno. Ma soprattutto, guardando avanti. Daverio, se lo merita.