TRADATE, 2 agosto 2020 – È di sabato mattina la notizia, arrivata alla presidente di FederVita Lombardia -APS, Elisabetta Pittino, che il manifesto del MpV-CAV di Tradate di via Caravaggio è stato oggetto di atto vandalico.
“Tutti obiettori con l’utero degli altri” è la frase offensiva, l’hate speech, che ignoti hanno scritto sul cartellone.
La scritta intercettata dagli agenti della polizia di Tradate, Assistente Dario Lucca, Agenti Andrea Mazza, Antonino Randazzo e Adriano Scalercio, è stata dagli stessi prontamente rimossa, dopo averla fotografata e dopo avere avvertito gli interessati.
Elisabetta Pittino esprime, a nome di Federvita Lombardia, “sostegno al MpV-CAV di Tradate, sconcerto per l’atto espressione di violenza verso le donne in generale, verso le donne che si trovano in stato di gravidanza e che si sono rivolte centro di aiuto alla vita e verso le volontarie che le hanno accolte e assistite”.
L’MpV-CAV Tradate, fondato il 7 Aprile 1979, ha Aiutato a nascere “centinaia di bambini” dichiara l’avv. Alcide Nicoli, presidente dell’associazione e già consigliere di Federvita Lombardia. “I nostri due cartelli, quello più antico dal 30 Ottobre 2003 di fronte all’Ospedale e quello sulla Statale, via Caravaggio, dal 26 maggio 2010 finora non erano mai stati oggetto di atti vandalici” precisa l’avvocato.
Il manifesto, ideato per aiutare le donne con una gravidanza difficile, reca i contatti del cav-mpv locale e il numero verde SOS vita 800813000, al quale è possibile rivolgersi giorno e notte per trovare aiuto.
“Il MpV-CAV di Tradate denuncia il deprecabile imbrattamento, frutto della mentalità abortista, del proprio cartello che inneggia alla vita ed offre un concreto sostegno alle mamme in difficoltà. Questo incivile episodio conferma la profonda ingiustizia dell’aborto” continua Nicoli che “ringrazia sentitamente la polizia locale di Tradate che ha prontamente provveduto a liberare il cartello dalle ingiuriose scritte”.
FederVita si rammarica anche per le informazioni poco accurate sull’obiezione di coscienza contenute nella frase dileggiante, ricordando che secondo l’ultima relazione del Ministero della salute sulla L.194/78: in Lombardia ogni medico non obiettore pratica in media 1,1 IVG alla settimana, mentre la media nazionale è di 1,2 IVG; in ben 175 strutture ospedaliere italiane ci sono decine di ginecologi – 230 – che hanno dato la loro disponibilità a effettuare aborti ma che non vengono utilizzati perché in sovrannumero; in Lombardia ci sono 2,8 punti nascita contro 2,9 punti IVG, quindi i punti IVG sono più numerosi dei punti nascita nonostante le nascite siano più degli aborti (i nati vivi in Italia nel 2018 sono stati 439.747 (fonte ISTAT); nello stesso anno le IVG sono state 76.328, con un rapporto di 5,8:1). Pertanto, l’obiezione di coscienza dei medici non altera il servizio di aborto, mentre sono mancanti i servizi di aiuto alla vita.