VARESE, 28 agosto 2020-Una settimana di lavoro, per produrre un’opera d’arte a stretto contatto con Varese e con i varesini.
Installazione che, poi, resterà in città. Nature Urbane 2020 avrà tra le sue novità la “Residenza d’artista” a Villa Baragiola, dove fra domenica 20 e sabato 26 settembre lavorerà Livia Paola Di Chiara, giovane attiva tra la Capitanata e l’Irpinia e il cui percorso artistico trae origine dalla dalla land art e dall’art in nature. L’iniziativa è resa possibile da una collaborazione con Habitat – Scenari Possibili, progetto nato nel 2014 nella zona della Martesana e che porta le arti contemporanee nei luoghi pubblici, nei parchi, nelle piazze e lungo i corsi d’acqua. La presentazione dell’installazione ultimata sarà sabato 26 settembre alle ore 17.00.
La scelta di Di Chiara, che sarà all’opera tutti i giorni tra le 10.00 e le 18.00, è avvenuta tramite un bando di concorso nazionale e dopo la valutazione di una commissione, cui, in rappresentanza di Palazzo Estense, ha partecipato l’artista varesino Giorgio Vicentini.
«L’intento – spiegano i responsabili dell’iniziativa – è quello di trasformare uno spazio “vuoto” in un luogo simbolico di incontro, di bellezza e di partecipazione. Il lavoro, svolto all’aria aperta e in spazio pubblico, coinvolgerà infatti il più possibile la popolazione locale, che potrà assistere in forma libera al processo di creazione dell’artista, offrire spunti e suggestioni, e rendersi simbolicamente protagonista dell’atto trasformativo, facendo dell’arte visuale un’occasione di incontro, riflessione e presa di coscienza del valore dei luoghi».
I progetti di Di Chiara guardano alla natura e alla sua stagionalità, alla caducità dei materiali e alla persistenza della memoria oltre l’oggetto artistico. Di Chiara, inoltre, fa parte della segreteria organizzativa di progetti sperimentali di riqualificazione della cultura materiale e immateriale del paesaggio antropico di Capitanata; è responsabile della comunicazione, infine, di Artefatti di Puglia, un progetto editoriale che mira a censire e mappare i manufatti del territorio pugliese per mezzo di un atlante dell’artigianato artistico tradizionale.
«La volontà del progetto di Residenza artistica – concludono i responsabili – è quella di tessere una connessione diretta tra l’opera e le persone che hanno fruito e continueranno a fruire di quei luoghi. Sono queste ultime che potranno mantenere vivo e propositivo il dialogo costruttivo tra uomo e natura; una relazione che l’opera può solamente “innescare” e rappresentare».
Alla fine della manifestazione l’opera d’arte diventerà di proprietà del Comune di Varese. Il progetto di curatela è affidato all’Associazione Culturale Ilinx che da anni sviluppa, organizza e gestisce il progetto Habitat – Scenari Possibili in collaborazione con Regione Lombardia.