SARONNO, 6 ottobre 2020-La sconfitta di Alessandro Fagioli va vista sia sul piano nazionale che su quello locale.
In un paese dove si ha governato per cinque anni con una maggioranza fondamentalmente monocolore si deve vincere quando ci si ripresenta ai cittadini. Una sconfitta 60-40 significa solo che per i cittadini l’amministrazione ha fallito in toto e questa è una considerazione inevitabile.
Il colpevole non è solo Alessandro Fagioli ma chi non ha avuto il coraggio di dire a Fagioli che stava sbagliando e che i cittadini se n’erano accorti.
Perseverare nell’errore e addirittura in modo quasi arrogante sbeffeggiare gli avversari candidati sindaco dicendo che si è già fatto tutto quello che di buono proponevano, unito addirittura a manifesti dove con freccette colorate si ripeteva che ora la città è perfetta visto che è stato sistemato tutto, ha fatto a dir poco “imbestialire” gli elettori che sono andati in massa a votare chiedendo per 2/3 un cambio di guida cittadina.
La Lega doveva avere il coraggio di cambiare candidato, ma soprattutto gli altri due partiti della coalizione dovevano armarsi di tenacia fino in fondo ed essere pronti a rompere questa coalizione proponendo altri nomi o altre strade. Non si è voluto fare anche dinnanzi agli innumerevoli gesti “isolantisti”, diciamo così per riservatezza e correttezza, della Lega e questo è il risultato.
La sconfitta va vista anche sul piano nazionale dove molti equilibri sono cambiati e non è da sottovalutare questo segnale in vista delle prossime consultazioni elettorali.
Chi deve fermarsi a riflettere è soprattutto Forza Italia, sia nazionale che locale.
Forza Italia è un partito nato dalla scommessa di un uomo che 27 anni fa si è rifiutato di vedere la sua Patria inesorabilmente guidata da Achille Occhetto. La vittoria degli ex- comunisti era scontata e anche i liberali, popolari, socialdemocratici erano rassegnati, ma Berlusconi scese in campo e scompigliò le carte. Era il coraggio politico e lo stesso coraggio politico deve avere oggi quello stesso nostro partito.
Si rompa lo schema del cosiddetto centrodestra perché non si può essere europeisti con gli antieuropei, liberali con chi non crede nel libero mercato, popolari europei con chi rifiuta l’ideale popolare, moderati con chi a Catania parla del “coraggio della Mafia” come ha fatto la Senatrice leghista Maraventano. Che futuro può avere Forza Italia legata a questo filo “mortale” con la Lega?
Chi deve votare Forza Italia sapendo che i voti poi finiscono a Salvini e i suoi seguaci? Tanto vale votare direttamente Salvini e infatti oggi Forza Italia galleggia a un 6% in discesa…
Ritroviamo quel coraggio e ricostruiamo il Centro politico che ci ha dato 70 anni di democrazia, pace e moderazione. Ricostruiamo il Centro figlio della tradizione di Sturzo e De Gasperi che in Europa governa rappresentato dal PPE alleato coi Democratici. Forza Italia è questo e non deve più essere una succursale leghista che a Saronno, ahimè, ha toccato livelli massimi. Noi siamo popolari, noi non siamo la Lega!!!
Gli elettori torneranno da noi solo se daremo un progetto alternativo, Centrista.
A Saronno abbiamo una figura paterna e di rappresentanza forte del Centro, capace, che ha dimostrato doti uniche di regia politica e conoscenza: Pierluigi Gilli.
Forza Italia dimostri da Saronno la voglia di cambiare rotta prima di affondare inesorabilmente nel baratro.
Italia Viva, Azione, +Europa, il gruppo di Gilli e anche altre forze centriste presenti in città devono essere i movimenti ai quali guardare per ricostruire il Centro. Si inizi oggi con una visione costruttiva e non di opposizione netta al nuovo Sindaco Airoldi, un uomo figlio della tradizione democristiana, la stessa tradizione di Forza Italia. Oggi c’è da costruire il Centro e gli elettori hanno chiesto Centro. Si lasci la Lega e le sue politiche divisorie, lontane dalla nostra storia politica.
Luciano Silighini Garagnani
Responsabile Organizzazione e Comunicazione Forza Italia Saronno