”L’Ospedale di Varese per ora regge all’emergenza ma i ricoveri Covid aumentano”: intervista a Lorenzo Maffioli Direttore Sanitario Asst Varese

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Il Direttore Sanitario Lorenzo Maffioli

VARESE, 20 ottobre 2020- di GIANNI BERALDO-

Contagi Covid  in netto aumento a Varese e provincia. Ora la gente teme che si possa paventare nuovamente quel drammatico triste scenario pandemico che a partire dallo scorso mese di marzo mise in ginocchio gran parte del Paese.

Soprattutto la Lombardia che ha pagato uno scotto altissimo in termini di vite umane e di persone ricoverate, mettendo in crisi l’intero sistema sanitario con il personale stremato a reggere quasi stoicamente il fronte emergenziale.

Ospedali e strutture sanitarie accreditate che in provincia di Varese avevano retto bene durante la prima fase; anche per il fatto che rispetto al resto della Lombardia questa parte del territorio non era stata poi colpita cosí duramente.

Ora le cose sono cambiate, con Varese tra le cittá dove si registra il piú elevato incremento di contagi e ricoveri Covid della Lombardia soprattutto nell’ultima settimana insieme a Milano, cittá quest’ultima quasi al collasso con una media di 30 pazienti covid al giorno che si presentano nei diversi Pronto Soccorso dislocati nelle varie aree cittadine.

A Varese per ora quest’onda d’urto pandemica pare essere ancora sotto controllo, ma per capirne di piú ci siamo recati questa mattina all’Ospedale di Circolo sentendo direttamente il dottor Lorenzo Maffioli, Diretto Sanitario Asst- Settelaghi Varese, il quale ci ha accolti nel suo studio con la sua proverbiale disponibilitá.

Dottor Maffioli quali misure sta adottando l’Azienda Sanitaria per affrontare questa nuova emergenza nei vari presidi ospedalieri di vostra competenza?

La nostra é un’Azienda molto grande, pensiamo di replicare quanto stato fatto nella scorsa primavera, in modo tale da avere un ospedale Covid centrale che é quello di Varese, mentre gli ospedali del Verbano- ossia Luino, Cittiglio e Angera oltre a quello di Tradate- mantenerli Covid free. In questo modo si possono assicurare, sia agli operatori che degenti, delle condizioni di salute esenti da virus. Tutti gli eventuali pazienti covid positivi che accederanno a queste strutture ospedaliere, verranno comunque trasferiti all’Ospedale di Circolo Varese.

Ospedale di Varese appunto: quale la situazione attuale rispetto al Covid?

L’ospedale non é assolutamente in condizioni di sofferenza in quanto abbiamo costruito una modalitá di azione di tipo modulare, in modo tale da adattarci in base alla eventuale evoluzione dell’epidemia: se dovesse avanzare si ampliano progressivamente i posti letto. A tal proposito sottolineo che stiamo aprendo posti letto nell’Hub Covid, oltre ad avere convertito posti letto della Pnemologia da Covid free a Covid. Inoltre abbiamo potenziato il reparto di  Malattie Infettive cosí come tutta la Terapia Intensiva, cosí da poter successivamente aprire nuovi posti letto e box dedicati a questa tipologia di pazienti.

Parliamo di dati: quanti ricoverati Covid in questo momento al Circolo di Varese?

In questo momento abbiamo circa 80 pazienti ricoverati con Covid, di questi 10 sono in Terapia Intensiva. La situazione é comunque sotto controllo.

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Altra nota dolente é la carenza di personale sanitario

Diciamo che siamo messi discretamente bene sotto questo aspetto, continuiamo a indire dei concorsi ma il vero problema é reperire veri professionisti a livello nazionale. Carenz ache rigurada sia numero di anestesisti che infermieri. Attualmente in questo comparto non abbiamo grosse sofferenze ma stiamo chiedendo loro dei grandi sforzi a livello di collaborazione.

Il sistema quindi pare reggere per ora: anche il Pronto Soccorso?

In queste ore in realtá il Pronto Soccorso é leggermente pressato ma sicuramente sta reggendo alla perfezione.

La Regione Lombardia a partire da giovedí prossimo riaprirá l’Ospedale Fiera dedicato a pazienti Covid, nel nostro territorio abbiamo l’Ospedale di Cuasso al Monte che potrebbe rivelarsi ancora utile allo scopo

Cuasso ci servirá per le degenze di sorveglianza, vale a dire per quei pazienti positivi al tampone ma stanno sostanzialmente bene. Quindi persone che non necessitano di un’assistenza sanitaria particolarmente impegnativa ma  soltanto di un letto e stare isolati rispetto ad un contesto familiare dove magari potrebbero avere delle difficoltá di tipo sociale se non di tipo sanitario vero e proprio.

Quindi lei ci conferma che l’Ospedale di Cuasso é attivo

Diciamo che é a disposizione della Regione: dal momento in cui dovesse chiederci di ricoverare alcuni pazienti noi saremo pronti.

Vi é stato negli ultimi mesi un lavoro di sinergia con l’Ats o qualcosa é mancato?

Sicuramente lavoriamo a stretto contatto con l’Ats, purtroppo la pandemia é un evento unico negli ultimi cinquant’anni per cui tutti si devono attrezzare. Sicuramente delle sbavature nel sistema ce ne sono state peró chi non é perfetto lanci la prima pietra.

La Regione Lombardia ha deciso di adottare il coprifuoco dalle 23 alle 5 per evitare assembramenti e quindi eventuali rischi contagi: potrebbe essere sufficiente secondo lei come provvedimento?

Non so se sará sufficiente, peró quello che stiamo rilevando sia noi qui a Varese che in strutture ospedaliere di altre cittá della Regione con le quali siamo in contatto, é che a differenza della prima ondata Covid in cui avevamo un grande afflusso di covid positivi ma di fatto- a causa anche del lockdown-una marcata riduzione di accessi in Pronto Soccorso di pazienti con trauni derivanti ad esempio a incidenti stradali, sul posto di lavoro e quant’altro, adesso abbiamo la confluenza di entrambe le vie di accesso al Pronto Soccorso. Questo porta ad avere un gran numero di accessi di persone non affette da covid ma che necessitano ovviamente di cure. Difficoltá che le strutture sanitarie stanno affrontando ma, in caso di peggioramento della situazione, potrebbe portare anche un nuovo lockdown.

direttore@varese7press.it