”Questa é la morte definitiva del settore spettacoli”: lettera aperta al presidente Conte dalle associazioni di categoria

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VARESE, 25 ottobre 2020-Preg. Mo Presidente del Consiglio,

la presente in nome e per conto di StaGe!, un coordinamento formato da innumerevoli realtà nazionali del settore dello spettacolo dal vivo in rappresentanza di circa 50 mila operatori del comparto, al fine di esporre le nostre rimostranze circa il ventilato contenuto del nuovo Dpcm.

In particolare, ci si riferisce alla paventata sospensione 

– degli spettacoli aperti al pubblico in sale teatrali, sale da concerto, sale cinematografiche e in altri spazi anche all’aperto

– delle attività che abbiano luogo in sale da ballo e discoteche e locali assimilati, all’aperto o al chiuso

– dell’attività di ristorazione (e conseguentemente delle attività di trattenimento che ivi si svolgono) le domeniche e i giorni festivi, attività consentite, durante gli altri giorni dalle 5 alle 18.

È lapalissiano come l’adozione di siffatte limitazioni vada a sancire in maniera definitiva, e ingiusta (lo si consenta), la morte di un settore già allo stremo per aver pagato più degli altri le conseguenze della crisi.

Omar Pedrini in concerto a Varese

Una statistica di pochi giorni addietro fotografa i luoghi dello spettacolo come luoghi sicuri: solo un caso di Covid, fra giugno e ottobre, su circa tracentocinquantamila spettatori (Agis).

E non v’è da stupirsi: posto che gli operatori della filiera durante il lockdown si sono trovati, improvvisamente, sul lastrico, alla possibilità di ripartenza hanno adottato con estrema scrupolosità ogni misura precauzionale per non ripiombare nell’abisso dell’impossibilità di lavorare e conseguentemente di ottenere risorse atte a soddisfare i bisogni essenziali delle proprie famiglie.

Sforzi questi che, invece di essere stati apprezzati e presi a modello, non vengono oggi (qualora venissero emanate le restrizioni di cui sopra) presi in considerazione alcuna.

Il biasimo assume, se possibile, maggior intensità se si paragonano le restrizioni imposte alla filiera dello spettacolo dal vivo ad altre.

In questi mesi, a fronte delle limitazioni subite dal nostro settore, abbiamo assistito alla totale mancanza di distanziamento sociale in altri, ad esempio, in quello dei trasporti: aerei, treni, autobus pieni.

Ancora, sembrerebbe restino consentite le fiere nazionali ed internazionali.

Ci si chiede allora quale sia ratio. Il maggior investimento per il loro allestimento? Il coinvolgimento di partner esteri?

Perché forse la morte economica di diverse di migliaia di micro-piccole – medie imprese italiane, e conseguentemente delle famiglie che in esse trovano sostentamento (parliamo di un indotto che, indirettamente, coinvolge circa 500 mila operatori) non è altrettanto valido?

Siamo consapevoli della gravità determinata dalla rapida espansione dei contagi, crediamo che il diritto alla salute vada salvaguardato con ogni strumento e siamo pronti, oggi più che mai, ad adottare qualunque accorgimento necessario. Pur tuttavia, riteniamo, per le ragioni già spiegate, che le misure di cui sopra siano inefficaci nella lotta contro il virus. Siamo certi, invece, che avvierebbero un processo irreversibile di morte della stragrande maggioranza delle imprese di settore.

Il Teatro di Varese rimarrá chiuso

Concludendo, si chiede di attenzionare le tematiche poste in evidenza, e per l’effetto

–  consentire lo svolgimento delle attività di spettacolo

-parametrare il numero di partecipanti proporzionalmente alla grandezza del luogo in cui tali attività si svolgono.

– consentire l’apertura dei locali, e delle attività di trattenimento che ivi si svolgono, fino alle 24

Chiediamo, quindi, di essere messi in grado di esercitare il diritto, fondamentale, al lavoro, così come consentito ad altre categorie. In subordine, nella malaugurata ipotesi di adozione delle misure succitate, chiediamo di attivare tutti gli strumenti in grado di garantire alle imprese della filiera, agli artisti e operatori che in qualunque veste ne fanno parte, adeguate condizioni di sopravvivenza e ciò a far data marzo 2020 e almeno fino alla fine dell’emergenza.

A firma Coordinamenti StaGe! e Indies