VARESE, 29 ottobre 2020-“La tragedia che si è consumata la scorsa primavera all’interno delle strutture per anziani – si legge in una nota unitaria diffusa dai sindacati nazionali – non può e non deve ripetersi. Bisogna intervenire immediatamente, mettendo in sicurezza tutte le strutture e garantendo la presenza di personale adeguatamente formato. Bisogna attuare piani di ricollocamento degli ospiti positivi al virus, che devono essere trasferiti in strutture idonee, per non trasformare le case di riposo in lazzaretti. Occorre inoltre garantire agli ospiti delle strutture la possibilità di restare in contatto con i propri parenti, anche attraverso gli strumenti digitali, perché i danni provocati dell’isolamento e dalla solitudine sono enormi, soprattutto per chi soffre di malattie cronico degenerative come le demenze”.
In Lombardia, dicono i segretari regionali delle sigle sindacali, “siamo ancora in attesa della convocazione dell’Osservatorio per le RSA, richiesta effettuata da almeno 8 mesi, mentre per quanto riguarda l’ingresso dei parenti nelle Case di Riposo, ricordiamo che Francia e Germania, che hanno già attuato il lockdown, permettono l’ingresso ai parenti dietro l’effettuazione del tampone. Cosa vieta che simili prassi siano adottata anche in Lombardia?”
“Alla luce di questa seconda ondata – continuano i sindacalisti dei pensionati -, appare ancora più chiaro che l’intero sistema delle strutture residenziali sociosanitarie per anziani va profondamente riformato. Servono sistemi più efficaci di accreditamento, monitoraggio e controllo delle strutture, con un maggiore coinvolgimento delle organizzazioni sindacali dei pensionati. Bisogna ridurre al massimo l’istituzionalizzazione; potenziare e sperimentare forme di residenzialità alternativa, come cohousing e appartamenti solidali; favorire la permanenza delle persone anziane nelle proprie case, assistendole in modo adeguato. Questa riorganizzazione deve essere inserita in un più grande progetto di rilancio del Ssn: bisogna trovare soluzioni alla carenza e alla precarizzazione del personale medico e infermieristico; è fondamentale potenziare prevenzione, riabilitazione, cure intermedie, medicina del territorio e favorire le cure domiciliari, inserendo in modo molto più organico i medici di medicina generale all’interno del Servizio sanitario nazionale; è necessario collegare maggiormente la rete ospedaliera con l’assistenza primaria e la medicina territoriale all’interno di un rafforzamento della rete socio sanitaria integrata, dare piena attuazione al Piano nazionale cronicità, così da garantire la presa in carico e la continuità assistenziale; risulta importante implementare l’innovazione tecnologica in campo medico, sia nell’assistenza ospedaliera, sia in quella domiciliare, dalla telemedicina, alla robotica, alla protesica; è infine giunto il momento di emanare una legge quadro nazionale sulla non autosufficienza che assicuri servizi e sostegni adeguati e omogenei in tutto il territorio nazionale. Questo va fatto utilizzando al meglio tutte le risorse disponibili, italiane ed europee, Mes compreso”.
I sindacati dei pensionati di CGIL CISL UIL chiederanno incontri specifici con tutte le Prefetture provinciali della regione Lombardia con lo scopo di garantire, in questa fase di pandemia, la sicurezza della gestione quotidiana delle Rsa/Rsd e di definire le priorità per rafforzare le reti assistenziali territoriali della nostra sanità lombarda.