VARESE, 14 dicembre 2020-Il Collegio Guide alpine Lombardia si fa portavoce della posizione di molti suoi iscritti in merito a limitazioni alla frequentazione della montagna che riguardino gli amatori non accompagnati da professionisti.
Il caso scatenante è probabilmente noto a molti, quello sollevato dall’ordinanza valdostana dell’11/12/2020, che stabilisce che è possibile praticare lo sci alpinismo anche nei comuni vicini a quello di residenza ma solo con l’accompagnamento di Guida alpina, in questa fase in cui la Valle d’Aosta è arancione.
L’ordinanza non ci tocca direttamente come Collegio lombardo, in quanto la nostra regione non ha mai emanato provvedimenti di questo tipo, e anzi le Guide alpine lombarde non hanno avuto libertà maggiori delle altre persone in questi mesi di lockdown totali o parziali.
Tuttavia nell’ordinanza valdostana è contenuto un principio che non ci appartiene, molti nostri iscritti ci hanno chiesto di intervenire poiché non hanno condiviso il provvedimento, giudicato invece grave quanto inopportuno, con conseguenze ideologiche che travalicano i limiti regionali.
Vogliamo allora sottolineare che:
La montagna è un luogo libero, in cui nessuno ha più diritto di un altro di stare.
Partecipare a uscite o corsi tenuti dai professionisti della montagna deve rimanere una scelta e non un obbligo.
Le Guide alpine, tra gli altri compiti, hanno quello di formare le persone che accompagnano per essere consapevoli e riconoscere i pericoli, e, anche se grazie alle competenze che abbiamo riusciamo ad avvicinarci molto, il rischio zero non esiste, per il semplice e splendido fatto che tutte le nostre attività sono svolte in un ambiente naturale non controllato e gestito.