VARESE, 17 giugno 2021-di GIANNI BERALDO-
Dopo molte critiche e in realtá poche proposte alternative, il Partito Democratico di Varese ha deciso di alzare la voce, ma soprattutto fare chiarezza una volta per tutte su come e cosa verrá realizzato nell’area ex Aermacchi progetto, ricordiamo, giá approvato dall’attuale Giunta comunale.
Per spiegarlo ai cittadini alcuni consiglieri comunali e membri della segreteeria cittadina del Pd come Angelo Zappoli, Giacomo Fisco e Alessandro Pepe tra gli altri, hanno deciso di allestire un banchetto posto all’ingresso principale dell’ex stabilimento (ora completamente alla mercé di madre natura con piante rampicanti che stanno invadendo cancelli, finestre e interi immobili) spiegando la situazione, ossia gli interventi reali, anche in termini economici, a carico dell’amministrazione comunale e come diverrá tutto il complesso una volta affidati i lavori a un soggetto privato il quale ha dimostrato grande interesse nel rilevarlo.
Area enorme con decine di migliaia di mq inutilizzati da oltre 30 anni, composta da capannoni giganteschi (uno dei quali fu utilizzato nel 1997 come aul bunker nel maxi processo denominato ‘Isola felice’, dove furono condannati per reati di mafia e n’drangheta ben 132 persone) uffici e molto altro ancora.
«E’ una zona disabitata, abbandonata che divide in due il quartiere dal punto di vista utbanistico e sociale», dice Zappoli che aggiunge «Il progetto in essere contempla 17mila metri quadrati di area verde, passaggi pedonali e pure una piscina olimpionica di 50 metri oltre a una palestra. Essendo un privato che ha acquisito il progetto, necessariamente sará concessa un’ampia superficie a uso commerciale».
Insomma un altro centro commerciale o supermercato che sia: questo il vulnus che ha dato adito a tante critiche. Anche in questo caso risponde Zappoli «I cambiamenti sono utili e necessari ma bisogna fare i conti con la concretezza, ossia i costi di tutta l’operazione. In realtá le critiche si sono formalizzate per alcuni apsetti, tipo le strutture degli edifici vincolati dall sopraintendenza, cosa non vera, oppure sul mantenimento della memoria storica. Anche in questo caso peró l’opposizione non ha fatto chiarezza su cosa intendesse fare per mantenerla viva. ».
In effetti il Comune, cosí come in passato nessun’altra amministrazione comunale vi ha
mai messo mano, non poteva certamente affrontare una spesa del genere con somme improponibili dovuto a recupero e reinsediamento. Cosí ci ha pensato un privato a sistemare la faccenda, accogliendo idee e proposte dell’amministrazione comunale aiutata in questo dal parere di molti cittadini, stanchi nel vedere la bruttura di questi grandi edifici abbandonati a sé stessi con i rischi connessi a un’area sempre piú fatiscente.
Al presidio era presente anche Marco Guadagnuolo, coordinatore consiglio di quartiere Centro, Biumo e Brunella «In una serata pubblica organizzata come residenti di quartiere abbiamo cercato di capire quali in concreto fossero le proposte sul tavolo, scoprendo che si sarebbe costruito un altro supermercato. Su questo punto abbiamo avuto delle perplessitá ma questo rientra in una logica di acquisto da parte dei privati. Tutti soddisfatti invece delle future strutture spostive e aree verdi che verranno realizzate».
Ora la parola spetterá alle ruspe, quelle che prima o poi inizieranno a demolire
una fetta di storia industriale ma non solo della cittá, capendo che non si puó sempe vivere di ricordi lasciando all’incuria del tempo un’area che in pochi anni potrá essere rilanciata lasciando ai posteri non solo macerie industriali ma qualcosa di innovativo focalizzato sul benessere delle persone.
Certo, in tutto questo la presenza di un nuovo, grande supermercato a dire la veritá ‘stona’, ma ca va sans dire….tutto ha un costo.