Donne. Pavoletti (McAfee): Covid, gender gap vola. Persa generazione

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Claudia Pavoletti di McAfee

PISA, 8 ottobre 2021 – ll Covid-19 ha inciso ulteriormente sul ‘gender gap’. In base ai dati del Gender Gap Report 2021 un’ulteriore e addizionale  generazione di donne dovrà attendere per alla parità di genere. Prima della pandemia, nel mondo, servivano 99,5 anni a una donna per accedere alle opportunità sociali e lavorative degli uomini, stando all’ultimo report nel 2021 questo dato ha raggiunto 136 anni circa.

In pratica “sull’allineamento di condizioni di vita tra uomini e donne abbiamo perso un’altra generazione. Questo dà l’idea di dove stiamo andando”. Lo sottolinea Claudia Pavoletti, Ambassador Diversity And Inclusion per McAfee, intervenendo a uno dei panel organizzati da Traent durante l’Internet Festival di Pisa, manifestazione di cui la startup è partner. In l’Italia, aggiunge guardando alla situazione nel Paese, “il gender gap trova tutta la sua manifestazione per ragioni probabilmente culturali e di arretratezze pregresse. Basta guardare la situazione femminile in ambito istituzionale, in cui si registra un significativo deficit rappresentativo. Il parlamento finlandese è stato il primo paese europeo ad avere una maggioranza femminile (anche se il primato e’ durato poche ore) nessun altro paese europeo, Italia inclusa, ha mai oltrepassato la soglia simbolica del 50%. Dobbiamo lavorare moltissimo, quindi, sull’educazione delle nuove generazioni e sulla confidenza delle donne di accedere a posizioni di responsabilità”.

Pavoletti è intervenuta anche sul tema della disabilità, “E’ cruciale – ha spiegato – nel mondo riguarda un miliardo di persone” e, secondo i dati della Commissione EMPL contenuti in una relazione votata al Parlamento europeo, il livello di occupazione medio in UE per le persone con disabilità e pari al 50,6% a fronte del 74,8% dei normodotati, in pratica un disabile su due non ha la possibilità di lavorare. Chiaramente il lavoro rappresenta la prima forma di accesso ad una vita sociale e senza poter accedere al lavoro l’inclusione resta più un predicato che una reale possibilità”. Un problema che tocca da vicino anche l’Europa, visto che “una persona su sei dai 15 anni di età è disabile”. Lo spiega Claudia Pavoletti, Ambassador Diversity And Inclusion per McAfee, intervenendo a uno dei panel organizzati da Traent durante l’Internet Festival di Pisa, manifestazione di cui la startup è partner.

“Su questo fronte, poi, la combinazione tra disabilità, diversità e povertà può portare all’emarginazione”, afferma Pavoletti. “Questo, secondo i dati riportati dal Parlamento europeo, riguarda il 29,5% delle donne disabili che vivono sulla soglia di povertà”, una percentuale che scende al 27,5% per gli uomini. “Sono allarmi- conclude- che devono far riflettere sulla necessità di attuare politiche di inclusione effettive, che si occupino effettivamente d’inserire i diversamente abili nel mercato del lavoro, perché possono fornire un miglioramento delle condizioni di vita del Paese e del mondo”.