VARESE, 25 dicembre 2021- Vigilia di Natale di un anno fa: “E’ paradossale dirlo, ma con 327 degenti covid in Azienda, di cui 13 in terapia intensiva, stavamo tirando un primo, prudente, sospiro di sollievo – esordisce il Prof. Francesco Dentali, Direttore del Dipartimento di Medicina varesino – In un mese eravamo scesi da 654 degenti covid alla metà. Ci sembrava di aver scalato l’Everest e di aver iniziato la discesa, e in un certo senso era così. Oggi, un anno dopo, i degenti covid sono 130, e le loro condizioni sono mediamente migliori: i casi davvero gravi sono pochi. Tra noi e la
Pneumologia della dott.ssa Cinzia Gambarini sono 11 i pazienti con casco Cpap, di cui 7 non vaccinati e gli altri con un primo ciclo vaccinale chiuso da più di sei mesi. Dall’inizio dell’autunno, del resto, nessun nostro paziente vaccinato con due dosi ricevute da meno di sei mesi è stato trasferito in Rianimazione”.
A conferma dell’efficacia della vaccinazione soprattutto nel ridurre la possibilità che il virus scateni forme gravi di covid è il Direttore della Rianimazione covid varesina: “Oggi ho 12 pazienti covid ricoverati in terapia intensiva – spiega il Prof. Luca Cabrini – Due terzi di questi non sono vaccinati e hanno un’età mediamente inferiore. Complessivamente, grazie alla campagna vaccinale, il numero di pazienti covid che richiede un ricovero in Terapia Intensiva è nettamente più basso rispetto al numero elevatissimo di persone che risultano positive al covid: mai come in questi giorni i positivi in Italia sono stati numerosi, ma, grazie alla vaccinazione, l’incidenza dei casi più gravi, quelli che appunto richiedono la Rianimazione, è nettamente più bassa di un anno fa. E lo sarebbe ancora di più se tutti si vaccinassero”.
Un quadro che trova conferma in Malattie Infettive. “Un terzo dei degenti del mio reparto non è vaccinato e questi sono i pazienti più gravi. – spiega il Prof. Paolo Grossi – Gli altri sono per lo più anziani con un’età media di 90 anni, con diverse patologie a causa dell’età avanzata e vaccinati con due dosi da circa sei mesi. Le loro condizioni richiedono ricoveri lunghi, di tre o quattro settimane, ma non presentano quadri particolarmente preoccupanti. Un anno fa, senza vaccinazione, pazienti così fragili sarebbero morti. Oggi invece li dimettiamo. Vacciniamoci, è importante, ancora di più con queste varianti che non sembrano più pericolose, ma che certamente sono più diffusive: la vaccinazione non preclude l’infezione, ne riduce la possibilità ma soprattutto salva la vita!”.
Sul fronte pediatrico, è il prof. Massimo Agosti a fare il punto: “I casi sono in aumento, questo è evidente – spiega – Oggi il 20% dei bambini ricoverati nei miei reparti sono positivi al Covid: si va da quelli di pochi giorni agli adolescenti. E’ quindi fondamentale vaccinarsi e farlo al più presto. Però voglio anche rassicurare sul fatto che le condizioni dei piccoli positivi sono mediamente buone e confido che lo saranno sempre di più: con la vaccinazione, infatti, la possibilità di sviluppare la malattia si riduce drasticamente e al massimo il covid si presenterà come una normale influenza. Avanti, quindi, vacciniamo i nostri bambini e i nostri ragazzi!”.
“L’invito a vaccinarsi resta il nostro leitmotiv – conclude il Direttore Sanitario, Lorenzo Maffioli – un anno fa il covid assorbiva quasi completamente le nostre risorse. Oggi, grazie al grande sforzo della campagna vaccinale, riusciamo a portare avanti gran parte delle nostre attività per i pazienti con patologie diverse dal covid, a partire dalla chirurgia, che ha subito alcune limitate riduzioni, e dall’attività ambulatoriale, che si mantiene a regime . Ma 140 degenti covid sono comunque tanti: solo vaccinandoci possiamo uscirne”.