Intervista al bluesman Francesco Piu: ”Esporto la musica di Robert Johnson in chiave moderna”

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VARESE, 29 novembre 2019-di GIANNI BERALDO-

Il suo ultimo lavoro discografico s’intitola ”Crossing” pubblicato da Appaloosa.

Un album davvero molto bello che rivisita in modo originale diversi classici di Robert Johnson, uno dei padri della musica blues.

Crossing ha richiesto una gestazione di circa due anni per la cui incisione si sono utilizzati tra gli altri anche strumenti tipici della tradizione sarda e diversi bravi musicisti.

Una sfida vinta con una data prevista sabato 30 novembre al Teatro Duse di Besozzo., ma che solo un artista d’alto livello come il bluesman sassarese Francesco Piu poteva rendere credibile. Critica e fans hanno accolto questo nuovo album con toni entusiastici.

Francesco Piu in concerto a Besozzo

Anche il tour promozionale sta andando bene, con una data prevista sabato 30 novembre al Teatro Duse di Besozzo.

Per saperne di piú l”abbiamo intervistato.

Francesco con Crossing anche tu hai venduto l’anima al diavolo esattamente come Robert Johnson

Diciamo che ho fatto un bel viaggio cimentandomi con questo lavoro, un viaggio musicale durato due anni: partendo dal concepimento al cd fisico. Ho fatto un anno di ascolti di musiche che conoscevo in maniera superficiale che ancora oggi non posso dire di conoscere alla perfezione.

Intendi contaminazione afro ecc. come si ascolta nel disco?

Sí, musica africana da Ali Fraka Toure ai Tinariwen, oltre ad approfondire suoni della mia isola. Suoni che ho sempre vissuto in maniera superficiale e che ora ho riscoperto approfondendo le sfumature che trovi in questa terra riproducendoli in parte con strumenti tipici della Sardegna

Strumenti che nel disco suonano musicisti diversi

E’ vero, tra cui anche un ragazzo africano che ospitato provvisoriamente nel centro di accoglienza di Sassari, che ha suonato la kora. Poi ovviamente troviamo strumenti classici del blues come l’armonica suonata da Marco Pandolfi in un brano e altri musicisti con cui spesso condiviso anche il palco.

Operazione comunque difficile riproporre un tributo in una forma cosí originale

Sai era impossibile riproporre tutti i 29 brani incisi da Robert Johnson anche perché avrebbe richiesto un doppio cd o meglio un doppio Lp. Ma questo avrebbe avuto senso con un live magari ma anche su questo avrei dei dubbi. Io per doppio album live intendo lavori come Mad Dog&Englishman di Joe Cocker ad esempio, un live dove si era creata un’atmosfera particolare e unica. In Crossing ho scelto i brani per me piú alternativi ma che lasciassero maggiore spazio alla immaginazione contaminandoli con suoni nuovi. Alla fine ne ho scelti 10, quelli ideali per creare sonoritá differenti da brano a brano, peró con il comune denominatore che é la chitarra elettrica blues.

Dopo questa esperienza proseguirai su questa strada della ricerca sonora oppure tornerai a rimarcare le strade del blues classico?

In realtá anche nei precedenti album ho sempre sperimentato qualcosa di nuovo come inserire armonie reggae in Ma-Maa-Tones (del 2012,ndr) oppure Peace and Groove del 2016. Ora con questa idea ho dato un tocco ancora piú personale, provando a suonare blues senza guardare a modelli precisi come quelli che arriva da Oltreoceano, ma rendendolo piú globale. Il mio concetto é che il blues come anima appartiene a tutta l’umanitá. Il blues alla fine tocca i tasti dell’animo umano, dalla sofferenza alla voglia di riscatto ecc..Pertanto donando a questo disco dei suoni mediterranei senza mancare di rispetto all’essenza della musica blues, ho cercato di renderlo piú europeo, piú mdeterraneo.

Crossing é un tipo di album esportabile pure in ambito internazionale cosí come i tuoi concerti.

Penso di sí anche e proprio per questo fatto di risultare un lavoro particolare. Questi sonoritá in effetti regalano qualcosa di nuovo rispetto a quanto giá proposto in ambito blues, quello classico in 12 battute e non lo dico con una eccezione negativa peró il discorso era quello di cercare nuove vie. Poi non dimentichiamo che mi sto confrontando con la musica di Robert Johnson l’artista blues piú battuto da tanti musicisti come ad esempio Eric Clapton. Alla fine ho elaborato un’idea, quella di immaginare Robert Johson anziché musicista errante sulle strade del Mississipi, errare in Sardegna o su di un mercantile diretto magari in Tunisia. Insomma contestualizzare lui e la sua musica con la societá e suoni attuali. Come dire, un Robert Johnson rivisto in chiave moderna proposto con quella incoscienza che comunque rispetti le origini del blues.

Tesi interessante quella di fare blues con concetti piú svincolati dalla sua tradizione classica

In questo periodo dove si sta perdendo il contatto con la realtá, dove stanno riemergendo forme di razzismo e venendo meno concetti come fratellanza e umanitá, il fatto di mescolare generi e culture é un grande arricchimento. Io ci ho provato con la musica, quella blues naturalmente.

E noi pensiamo che Francesco Piu ci sia riuscito benissimo a diffondere nel mondo il suo verbo.

direttore@varese7press.it