Lettera di un’insegnante precaria: ”Noi restiamo precari, ma voi non conoscete nulla del mondo della scuola e dell’insegnamento”

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VARESE, 3 aprile 2022-Quando mi è stato chiesto di esprimere una mia opinione relativamente al Concorso Ordinario per la Scuola Secondaria, ho dovuto fermarmi e raccogliere le idee, lasciando fuori rabbia e disgusto.

La mia intenzione non è quella di fare un’analisi sociologica o politica (almeno non solo) della pantomima alla quale abbiamo recentemente assistito e partecipato, ma raccontare un’esperienza personale che temo sia da molti condivisa.

Questa via crucis è cominciata nell’estate del 2020, quando ci siamo iscritti al Concorso in questione. Ci trovavamo in mezzo ad una pandemia e attendevamo ulteriori comunicazioni, così ci siamo semplicemente iscritti (pagando 10/15 euro per classe di concorso).

Sono passati mesi e poi anni, tutto taceva, ma non ci restava che pensare che fosse tutta colpa del Covid.

Nel frattempo, personalmente, ho cominciato a studiare, comprando circa 150 euro tra libri e quiz, che si sono rivelati del tutto inutili.

Come docenti di Materia ci si aspetterebbe di essere giudicati, non solo sulle conoscenze, ma anche sulle competenze. Parlo di tutte quelle competenze trasversali per le quali ci formano con corsi di aggiornamento vari e che abbiamo il dovere di considerare ogni volta che proponiamo una UDA, unità didattica di apprendimento.

Vorrei spiegare meglio questo punto. Il lavoro del docente non si limita (e direi grazie al cielo) a snocciolare informazioni asettiche agli alunni, ma deve fornire ai discenti delle competenze di collegamento interdisciplinari e civiche che consentano loro di far fruttare quanto appreso, anche nel percorso scolastico successivo (e in generale nella vita).

Quindi, un insegnante, di qualsiasi ordine e grado, dovrebbe essere valutato idoneo, anche e soprattutto per questo.

Fatta questa premessa, dopo circa 2 anni di attesa, a febbraio 2022, ci è stato comunicato che il Concorso sarebbe stato fatto a quiz e sono stati pubblicati i calendari delle sedi.

Ho aperto il file: A022 (Lettere- scuola media),  21 marzo 2022, ore 8.00, a Lecco.

Ho pensato che mi fosse già andata bene, avrei dovuto fare solo un’oretta di strada.

Quando è giunta la fatidica giornata, venivo (come tutti i colleghi) da un mese di collegi, consigli di classe, corsi sulla sicurezza, corsi sulla disabilità, studio notturno e stress, ma ero felice perché questo incubo stava per finire.

Alle 8.00, davanti alla sede prescelta, ci siamo trovati in 20 e venivamo da tutta la Lombardia, avevamo tutti gli stessi dubbi e le stesse ansie. Parlando tra noi però, ci ripetevamo che comunque erano decenni che studiavamo le stesse cose e anni che le insegnavamo, dovevamo solo stare calmi e concentrarci.

Alle  9.00, dopo una serie di trafile burocratiche imbarazzanti, ci siamo seduti davanti ai PC e abbiamo cominciato questo benedetto quiz.

Vi giuro che mi veniva da piangere, le domande non avevano nulla a che fare con le materie da me insegnate, erano dati da imparare a memoria e citazioni di romanzi estrapolate senza contesto, alle quali bisognava attribuire un titolo.

Inoltre, su tutto lo scibile della Letteratura Italiana, della Storia e della Geografia, ti chiedevano il PIL esatto dello stato più piccolo della Guinea o di spiegare in inglese quale fosse il tannico chimico del vino o quali fossero le funzioni di Autocad.

Ovviamente, non ho passato il Concorso e con me altre 17 persone. Le due colleghe che ce l’hanno fatta hanno ottenuto 70/100, il minimo e hanno palesemente ammesso di aver “sparato a caso” le risposte.

Nella mia testa ho cominciato a chiedermi se quel 110/110 in Lettere Classiche e Archeologia, mi fosse stato attribuito in modo sbagliato, mi sentivo un’idiota.  Poi però ho ragionato su quello che mi ci era stato appena chiesto di fare e mi sono semplicemente sentita presa in giro dal sistema.

Ho raggiunto i miei genitori che mi avevano accompagnata (per fortuna ero con loro) e sono tornata a casa, ma non avevo voglia di parlarne.  Tutti si aspettavano che io passassi, sono sempre stata “quella Secchiona”.

Ho poi atteso, sperando che alle mie amiche e ai miei amici potesse andare meglio nei giorni successivi. Così non è stato.

L’allegra pantomima, come la chiamo da quel 21 marzo, è ancora in svolgimento e il 90% degli iscritti non l’ha passata.

Mi limito quindi a fare una considerazione finale. Il nozionismo becero che viene richiesto, ti porta a rispondere alla carlona (uso volutamente una forma colloquiale, perché in italiano standard renderebbe poco): a volte può andare bene, nella maggior parte dei casi no.

Io insegno da 5 anni e la mia professionalità viene premiata ogni giorno dall’affetto, dal rispetto e dalla stima che ricevo dai colleghi, dai miei ragazzi e dalle loro famiglie.

Il Vostro Concorso non ha nulla a che fare con la meritocrazia e la professionalità. Se volete degli automi che sappiano le lunghezze dei fiumi a memoria, costruite degli androidi.

Noi restiamo umani e rivendichiamo il diritto ad insegnare, trasmettendo delle emozioni e non solo dei dati dimenticabili.

Noi restiamo precari, ma voi non conoscete nulla del mondo della scuola e dell’insegnamento.

Tatiana insegnante precaria