Tutti salvi i soldati del battaglione Azov che si sono arresi ai soldati russi

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(foto EPA/RUSSIAN DEFENCE MINISTRY PRESS SERVICE HANDOUT BEST QUALITY AVAILABLE HANDOUT EDITORIAL USE ONLY/NO SALES)

MARIUPOL, 17 maggio 2022-I soldati della guarnigione di Mariupol “hanno completato la loro missione di combattimento” e l’ordine è stato dato di “salvare la loro vita”, afferma oggi (martedì) un comunicato dello stato maggiore ucraino. Il comandante del battaglione Azov, Denis Prokopenko, ha detto che l’ordine viene eseguito. La resistenza durata quasi tre mesi, sostiene Kiev, ha permesso di guadagnare tempo per rafforzare le difese e impedito all’esercito russo di trasferire battaglioni verso altre aree e di conquistare Zaporizhzhia. Il presidente Volodymyr Zelensky ha ringraziato intanto chi ha operato per una soluzione alla crisi, Croce Rossa e Nazioni Unite in primis.

L’evacuazione dell’acciaieria Azovstal è iniziata lunedì sera con l’uscita di 264 uomini, 53 dei quali gravemente feriti. Non è dato sapere per il momento se e come proseguirà, visto che i soldati rimasti all’interno dovrebbero essere ancora circa il doppio. Gli sfollati sono stati trasferiti rispettivamente a Novoazovsk (i feriti) e Olenivka (gli altri), grazie a un cessate il fuoco temporaneo. Si tratta di località sotto controllo delle truppe russe o dei separatisti prorussi. Dovrebbero essere inclusi prossimamente in uno scambio di prigionieri, ancora da confermare ufficialmente.

La cessione alla Russia dell’ultima sacca di resistenza – l’Azovstal per l’appunto – sancirebbe per Mosca il completamento del corridoio che collega il Donbass alla Crimea annessa de facto nel 2014. Si tratta di una conquista strategica importante.

La città di Mariupol era finita sotto assedio pochi giorni dopo l’inizio del conflitto il 24 febbraio. I difensori aveva lentamente perso terreno e già da un mese circa era completamente occupata ad eccezione del vasto impianto: undici chilometri quadrati di capannoni, forni e gallerie sotterranee ideali per asserragliarsi e colpire gli assedianti. L’esercito russo aveva evitato un assalto deciso, che avrebbe potuto comportare grosse perdite, preferendo bloccare gli accessi. Nel contempo, aveva già spostato progressivamente parte delle sue truppe da Mariupol verso il fronte del Donbass, dove sta concentrando i suoi tentativi di offensiva. A inizio maggio, una serie di corridoi umanitari aveva permesso di far uscire dall’acciaieria le centinaia di civili che vi avevano trovato rifugio.

L’attenzione mediatica è rimasta alta ma più per il valore simbolico che per quello strettamente militare. A più riprese i combattenti dell’Azovstal hanno detto di sentirsi abbandonati dai politici del loro Paese, le loro compagne hanno manifestato per ottenere la loro salvezza e due hanno incontrato persino il Papa. Un appello per l’Azovstal era stato lanciato pure dalla Kalush Orchestra sul palco dell’Eurosong, vinto dalla band ucraina. Kiev aveva però affermato quello che il Ministero della difesa ha ribadito ancora nelle ultime ore su Telegram: non c’era modo di sbloccare la situazione con le armi, visto che la linea del fronte dista 150-200 chilometri.

ATS/AFP/ANSA/pon