Al Castello di Masnago Cronografia di alcune opere di Renato Guttuso dipinte a Velate

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Guttuso Giocatori di scopone 1981

VARESE, 16 giugno 2022-Si apre oggi, giovedì 16 giugno, ai Musei Civici del Castello di Masnago ‘I tempi della pittura’. Cronografia di alcune opere di Renato Guttuso dipinte a Velate: l’archivio di Nino Marcobi, la mostra con cui il Comune di Varese vuol far conoscere ulteriori aspetti di Renato Guttuso come uomo e pittore, svelando per la prima volta le fasi di idealizzazione e realizzazione di alcune sue importanti opere grazie
all’archivio di Nino Marcobi, amico e uomo di fiducia del Maestro nel suo
studio di Velate.
L’Archivio Marcobi, che gli eredi hanno recentemente donato al Comune di
Varese, consta di un inedito corpus di testi manoscritti giorno per giorno da
Marcobi mentre assiste al lavoro e alle attività quotidiane dell’artista, corredati
da altrettanto unico e ragguardevole patrimonio di materiali documentari e
fotografici, che permette di conoscere l’attività professionale e relazionale di
Guttuso a Varese in maniera nuova ed approfondita, non priva di vivaci note ed
aneddoti, stimolanti sia per il cultore dell’artista sia per l’appassionato e lo
studioso d’arte.
Grazie alla registrazione giornaliera dei “diari di bordo” di Marcobi, è possibile

Guttuso mentre dipinge Van Gogh porta l’orecchio tagliato al bordello di Arles 1978 fotografia di Nino Marcobi

seguire lo sviluppo degli studi grafici e la successiva stesura pittorica in
progress, con modifiche e ripensamenti, di capolavori di grandi dimensioni
realizzati a Velate, quali Giocatori di scopone (1981), Van Gogh porta l’orecchio
tagliato al bordello di Arles (1978) e il monumentale telero di Spes contra spem
(1982).
Rimarchevole per quantità e contenuti è il materiale su La Vucciria, uno dei più
famosi telieri di Guttuso dipinto nell’estate del 1974 con cui si concluderà il
percorso espositivo: le centinaia di fotografie che sono state identificate e
inventariate, consentono di ricomporre, come un puzzle, le singole fasi
complesse e articolate della realizzazione del teliere. Per valorizzare e
inquadrare al meglio la donazione e renderla fruibile al pubblico è stato
elaborato un percorso che, con continui rimandi, mette in relazione ogni singolo
e differente materiale donato con altri dipinti, provenienti da collezioni private
e dalla Fondazione Pellin.
La mostra sarà corredata da un catalogo e da eventi collaterali a sostegno quali
conferenze, visite guidate ed eventi specificamente organizzati su richiesta.
«Varese rende nuovamente omaggio a Guttuso, un artista che ha vissuto a
lungo nella nostra città, stabilendo con essa un profondo legame – spiega il
sindaco Davide Galimberti – Una mostra che propone alcune opere iconiche,
raccontando le fasi che hanno portato alla loro realizzazione, le modifiche in
corso d’opera e i legami con il contesto di vita: sono testimonianze uniche del
percorso artistico di un grandissimo esponente della pittura italiana, per una
mostra che arricchisce ulteriormente la proposta museale della nostra città».

Spes contra spem 1982

«L’Archivio Nino Marcobi è uno straordinario libro aperto, ricco di documenti
inediti e di testimonianze autentiche, sulla vita e sull’opera di Renato Guttuso
nella sua amorevole e ispirata frequentazione trentennale del Sacro Monte e di
Velate, nella dimora ereditata dalla moglie del grande maestro, Villa Dotti –
dichiara Stefano Bruno Galli, Assessore all’Autonomia e Cultura di Regione
Lombardia – Questa mostra rappresenta un’occasione unica e da non perdere
per cominciare a prendere confidenza e a conoscere i tesori custoditi
dall’Archivio generosamente donato dagli eredi Marcobi al Comune di Varese
proprio allo scopo di valorizzare, raccontare e condividere l’esperienza artistica
ed esistenziale di Renato Guttuso».
«Dopo due anni dalla mostra Renato Guttuso a Varese. Opere della Fondazione
Pellin, con la quale il Comune di Varese ha celebrato il maestro di Bagheria in
occasione del decimo anniversario della scomparsa di Francesco Pellin,
prosegue l’impegno dell’Amministrazione nella rilettura della figura
dell’importante testimone dell’arte del ‘900, nel solco della già avviata
collaborazione con gli Archivi Guttuso – dichiara l’assessore alla cultura Enzo
Laforgia – Per l’occasione, le tele dell’artista sono messe in dialogo con la
recente donazione della famiglia Marcobi: Nino Marcobi è stato a lungo
collaboratore di Guttuso quando era a Varese, diventandone segretario ed
amico. Questo ci darà l’opportunità di scoprire il “dietro le quinte” della genesi
di alcuni capolavori che presero vita a Velate». «Un’esposizione inedita e
originale – conclude l’assessore – ove i quadri dell’artista sono messi in
“comunicazione” con i documenti del segretario ed amico e, attraverso di essi,
con i musei cittadini e il territorio».
Fabio Carapezza Guttuso, responsabile degli Archivi Guttuso e curatore della
mostra, spiega a proposito del titolo: «Il titolo di questa mostra – I tempi della
pittura. Cronografia di alcune opere dipinte a Velate: l’archivio di Nino Marcobi – è
stato scelto in maniera appropriata per sottolineare l’importanza e
l’innovazione di questa mostra: non solo opere ma anche la storia della loro
realizzazione e l’evoluzione dei pensieri del pittore. Accertare i tempi della
pittura offre orizzonti inediti nella conoscenza dei capolavori guttusiani»
Serena Contini, responsabile della Ricerca e della Valorizzazione del
patrimonio culturale e museale del Comune di Varese e curatrice della mostra
illustra: «Lungo il percorso della mostra, che si snoda attraverso le suggestive
sale del Castello, si possono riscoprire sotto una nuova luce, grazie ad una
cospicua documentazione sia fotografica che letteraria, sinora inedita, la
quotidianità varesina di Renato Guttuso e in particolar modo il suo rapporto
con Nino Marcobi, suo confidente e collaboratore. La mostra si apre con una
sala dedicata al suo relazionarsi con il paesaggio prealpino, che funge da
stimolo incessante per il pittore e fu immortalato in numerose opere quali Tetti
di Velate, Avigno e il Sacro Monte o Veduta del lago e del Monte Rosa. Attraverso
materiali dell’Archivio Marcobi recentemente donato al Comune, si svelano sia
gli aspetti più intimi della quotidianità dell’artista, sia per la prima volta le
modalità pittoriche messe in atto in alcune delle sue opere più iconiche: infatti
nei Giocatori di scopone era previsto inizialmente un ritratto dello stesso Guttuso
poi cancellato; mentre in Spes contra spem, erano inizialmente presenti la figura
dell’amico Picasso e un imponente drappo rosso, in seguito rimossi nella
versione finale. Infine attraverso una collazione tra le fotografie e le carte, che
verranno pubblicate integralmente nel catalogo, è possibile ricostruire giorno
per giorno le procedure e le tempistiche della realizzazione de La Vucciria».