VARESE, 15 dicembre 2022-Svelata questa mattina La tela secentesca di Francesco Innocenzo Torriani “Elemosina di San Carlo“, una delle più preziose della quadreria di ASST Sette Laghi, ora tornata in Ospedale ed esposta in via permanente nella hall dell’Ospedale di Circolo.
Il quadro, infatti, prima in prestito al Museo del Castello di Masnago di Varese, è stato restaurato dalla Fondazione Il Circolo della Bontà, che ha curato anche il nuovo allestimento espositivo, opera dell’Architetto Adriano Veronesi, nella hall dell’Ospedale di Circolo.
L‘esposizione del quadro del Torriani fa parte di un progetto più ampio, denominato “CurArti”, che vede impegnata l’ASST Sette Laghi e la Fondazione Il Circolo della Bontà: si tratta di un’iniziativa che, nell’area esterna antistante l’ingresso principale dell’Ospedale di Circolo, ha già visto la realizzazione di un murale dell’ormai celebre street artist Ravo Mattoni e che ora prosegue con questa importante tappa, rappresentata dall’esposizione dell’opera secentesca del Torriani.
L’intento è duplice: offrire, a chi accede alle nostre strutture, il conforto della bellezza e, mediante la valorizzazione del patrimonio artistico ospedaliero, ricordare il contributo di tanti benefattori alla crescita e allo sviluppo del nosocomio.
Un intervento restaurativo iniziato lo scorso mese di giugno e costato 10mila euro raccolti dalla Fondazione.
“C’è stato un tempo in cui la cultura del lascito solidale e della donazione liberale, in altre parole la cultura della bontà, ha fatto crescere gli ospedali pubblici, specialmente nella nostra Lombardia – spiega il Presidente della Fondazione il Circolo della Bontà, Gianni Spartà – Di questa miscela di responsabilità sociale e impegno sanitario c’è di nuovo bisogno. La nostra Fondazione lo ha sperimentato durante i mesi tragici della pandemia, ottenendo da oltre seimila donatori di cuore aiuti urgenti grazie ai quali sono state salvate vite. Una sorta di protezione civile ospedaliera nata dal basso. Ma di questo stretto rapporto solidale tra le cittadinanze e i luoghi di cura è vivida testimonianza anche l’arte. Ecco il perché di questo simbolo”.
“Tengo innanzitutto a ringraziare la Fondazione Il Circolo della Bontà e la Sovrintendenza: la prima per aver accolto e fatto proprio, la seconda per aver autorizzato, il progetto CurArti – tiene a dire il Direttore Generale di ASST Sette Laghi, Gianni Bonelli – Da un’idea tutto sommato semplice, quelle di portare l’arte in Ospedale, è conseguito qualcosa di molto più ampio, di veramente importante per l’Ospedale e per la comunità: non si tratta più solo di aver portato l’arte, il bello che ispira il buono, ma anche di aver valorizzato il patrimonio artistico dell’Azienda e, con esso, la storia, la memoria, l’esempio dei grandi del passato, grandi come San Carlo e come i benefattori che hanno accompagnato la crescita dell’Ospedale e che continuano a farlo oggi”.
“La forza espressiva del Torriani in questa pregevole opera evidenzia l’aspetto caritatevole del Santo che aiuta i bisognosi – commenta il Direttore Sanitario, Lorenzo Maffioli, che condivide l’ufficio con un’altra tela del patrimonio artistico di ASST Sette Laghi raffigurante il cugino di san Carlo, l’Arcivescono Federico Borromeo – Quell’atteggiamento può essere considerato una metafora dell’approccio con cui l’Azienda SocioSanitaria si rivolge ai pazienti, prendendosi cura della persona nella sua complessità”.
Spazio ovviamente anche all’intervento descrittivo di Anna Maria Ferrari, storica dell’arte, docente di Storia dell’Arte al Liceo Classico Cairoli di Varese (anch’essa del Circolo della Bontà) inerente al lavoro di restauro effettuato dalla restauratrice Gabriella Mantovani, con la collaborazione di Marzia Renosto “Il dipinto è stato riconosciuto per lo stile come un’opera di Francesco Innocenzo Torriani; a questo pittore e al padre Francesco (Orazio), anch’egli pittore, è stata dedicata nel 2006 una mostra in Svizzera, a Mendrisio. La mostra ha permesso la riscoperta dell’attività di questi due artisti che si avvalevano di collaboratori: Francesco Innocenzo nacque a Mendrisio nel 1648 e morì a Como, dove aveva la bottega, nel 1700. L’opera fu realizzata da Francesco Innocenzo probabilmente intorno al 1675 sotto lo stretto controllo del padre Francesco”, spiega la professoressa Ferrari.
Evento conclusosi con la bella e intensa esecuzione al pianoforte da parte del noto
musicista varesino Luca Fraula, che ha interpretato alla sua maniera la struggente ‘People get ready’ brano prodotto dagli Impressions nel 1958 e portato al grande successo da Rod Stewart.
Brano tra i preferiti da Roberto Maroni, scomparso recentemente, ricordato dallo stesso Spartà legato da grande amicizia.
Degna conclusione di una bella mattinata tra storia dell’arte, musica e ancora di più la vicinanza tra ospedale e cittadini.