Dominik Paris cala il poker nella discesa di Bormio

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BORMIO, 27 dicembre 2019-A Bormio vince sempre e solo Dominik Paris. Altra straordinaria impresa del carabiniere della Val d’Ultimo che stamattina ha domato la “sua” Stelvio per la quinta volta, la quarta in discesa (record assoluto sulla pista bormina) perché l’anno scorso Domme si era preso il lusso di vincere anche il SuperG. Con la vittoria di ieri, Paris è il discesista in attività con più vittorie in Coppa del Mondo.
Nella discesa di ieri, la prima della tre giorni di gare a Bormio, quella di recupero della gara non disputata il 21 dicembre in Val Gardena con partenza spostata più in basso in località La Rocca, Dominik è partito con la cattiveria agonistica e la convinzione di chi, dopo un’ottima prova cronometrata dove era finito secondo dietro il francese Roger, sa di poter centrare un risultato di spicco. E così è stato, per gli altri solo le briciole.
Ormai non ci sono parole per descrivere le discese sulla Stelvio di Paris che su questa pista, una delle più difficili dell’intero circo bianco, si sente proprio a casa, sa bene cosa fare metro dopo metro, sa dove può osare. Ed è qui che Domme ha vinto la sua prima gara di Coppa del Mondo. C’è un feeling speciale.  E grazie al suo straordinario talento e alla sua straordinaria potenza riesce sempre a tenere alta la velocità e a tenere linee ideali. Ormai qui sa che se riesce a far bene, a “sbagliare il meno possibile” come ci ha sempre detto, difficilmente c’è qualcuno che riesce a far meglio. Super Domme ieri ha osato, come sempre, e l’ha fatto come solo lui sa fare, dalla partenza all’arrivo, e… scaricando la potenza dei suoi cavalli lungo il percorso e facendo, come sempre, la differenza nella parte bassa prima di stampare il crono di 1’49”56. Al suo arrivo tripudio totale del numeroso pubblico presente allo ski stadium e al parterre di una Stelvio vestita nuovamente di tricolore e di una Bormio, paesino che gli ha conferito quest’anno la cittadinanza onoraria, in festa!


A fermare il dominio di Paris ci ha provato lo svizzero Beat Feuz, il leader della coppa di specialità, che ha trovato una delle sue migliori giornate sulla Stelvio (dove in carriera ha ottenuto “solo” un terzo posrto) fermando le lancette del cronometro sul 1’49”95 a 39 centesimi dal vincitore. E anche l’austriaco Matthias Mayer è andato vicino all’impresona, fermandosi però al terzo posto con 42 centesimi da un inarrivabile Domme. Bene il norvegese Kilde, quarto, e bene i tre francesi Muzaton, Bailet e Roger, rispettivamente quarto, quinto e sesto. E il quinto posto di Muzaton, partito col numero 38, oltre al settimo di Roger, partito col 40, la dicono lunga su una Stelvio bellissima e performante per tutti, grazie anche al lavoro costante e competente degli uomini di pista coordinati dal direttore di gara Omar Galli.
Diciottesimo posto, un pizzico di delusione dopo il terzo posto in prova ma comunque punti pesanti per Mattia Casse che ha chiuso al 18° posto, a 2’19” da Parise a 64 centesimi dalla top 10. Più staccati gli altri italiani che proveranno a far meglio domani nella classica discesa della Stelvio, con partenza al Praimont.


Grande festa e standig ovation del pubblico per Peter Fill che ha tagliato il traguardo delle 350 gare disputate in Coppa del Mondo. E così all’arrivo c’erano ad attenderlo la moglie Manuela, i tre bimbi e il papà oltre ad una torta commemorativa. Il fuoriclasse di Castelrotto, emozionato e assai contento, ha ringraziato la famiglia, la moglie e i bimbi “i miei tesori”, la FISI, gli allenatori, gli sponsor, e tutti i tifosi. “Questo è il mio mondo, la mia vita”. “Aver raggiunto le 350 gare in Coppa del Mondo è decisamente un bel traguardo, ringrazio tutti quelli che in questi anni sono stati al mio fianco e mi hanno aiutato e sostenuto”. Quali i tuoi migliori ricordi sulla Stelvio ? “Un anno sono arrivato secondo e mi ricordo bene anche il secondo posto ottenuto in combinata un paio di anni fa che mi ha consentito di vincere la “coppetta” di specialità. Nel 2005 ho partecipato ai Mondiali, una pista sulla quale ho combattuto tante volte. La Stelvio è una pista bellissima che ti mette alla prova, dove devi dare il 100%”.

CLASSIFICA (Primi 10): Dominik Paris (Ita) 1’49”56, 2. Beat Feuz (Sui) 1’49”95, 3. Matthias Mayer 1’49”98, 4. Aleksander Aamodt Kilde (Nor) 1’50”59, 5. Maxence Muzaton (Fra), 6. Matthieu Bailet (Fra) 1’50”69, 7. Brice Roger (Fra) 1’50”93, 8. Travis Ganong (Usa) 1’51”04, 9. Thomas Dressen (Ger) 1’51”08, 10. Johan Clarey (Fra) 1’51”11.

PARIS: “Ogni vittoria è speciale, ovviamente è un grande risultato vincere la quarta discesa a Bormio. Sono vicino a Feuz nella classifica di specialità ? Ma non penso a queste cose, io do tutto in pista e poi questi conti li faccio alla fine. La Stelvio è una pista che mi piace, qui ho vinto la mia prima gara di Coppa del Mondo. E’ una pista che ti chiede tutto, devi essere diligente, devi avere coraggio, forza fisica, un po’ un mix vincente. La differenza l’ho fatta ancora nella parte finale, nell’ultimo muro, qui arrivi nell’ultimo tratto stanco… e chi ne ha di più nelle ultime porte poi solitamente vince”.

Matthias Mayer: “E’ sempre fantastico essere sul podio qui a Bormio, una delle gare più entusiasmanti in circolazione. E’ stato un testa a testa tra me è Beat e Domme ha gareggiato al suo solito livello. Sapevo che sarei stato da podio oggi e il fatto che qui si terranno le Olimpiadi Milano-Cortina mi motiva a continuare a sciare. Ora vado ad allenarmi per domani!”.

Beat Feuz: “E’ stata una gara fantastica, il secondo posto per me oggi è stato il massimo possibile. Quando sono al cancelletto di partenza cerco sempre la concentrazione, questo è il mio obiettivo. Con l’infortunio che ho sofferto alla mano nei giorni scorsi non ero certo che andasse tutto bene ma fortunatamente è filato tutto liscio. Il fatto che le che le Olimpiadi tornino nelle Alpi è importante, questo è il loro habitat naturale, posti come Bormio e Cortina dove lo sport è seguito e amato. Al 99% non sarò al cancelletto di partenza ma va bene così, sarà sicuramente una bella olimpiade”.

FOTO di ALESSANDRO TROVATI – Pentaphoto e di Stefano Malaguti

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