Già nota nei primi anni Settanta, la fibromialgia (classificata tra i “Disturbi del sistema muscolo-scheletrico e connettivo) è una malattia sistemica di natura neuro-infiammatoria che interessa diversi tessuti del corpo e che si caratterizza per i molteplici sintomi. Negli ultimi anni, la sua incidenza epidemiologica nella popolazione è aumentata, arrivando a colpire 14 milioni di persone in tutta Europa e ben 2 milioni nella sola Italia (con netta prevalenza nel sesso femminile). «La fibromialgia si manifesta tra i 20 e i 50 anni di età e rappresenta un grave ostacolo dal punto di vista sociale e psicologico – ha spiegato Da Re – . In molti stati membri della UE non è riconosciuta come malattia tutelata dalla Legge. Questo accade anche in Italia, dove non è inserita fra quelle per i Livelli Essenziali di Assistenza sanitaria (LEA). Tradotto, coloro che ne soffrono non hanno esenzione del ticket e si devono pagare visite e cure mediche».
Già nel 2020, Gianantonio Da Re aveva presentato una interrogazione per attenzionare l’Europa a riguardo, ma la Commissione aveva snobbato la problematica.
Con la sempre maggior urgenza di porre in essere dinamiche di assistenza sanitaria efficace, ora l’eurodeputato confida che la proposta non rimanga lettera morta e che Bruxelles prenda finalmente atto della situazione: «Si tratta di una malattia difficile da individuare e manca una reale forma di assistenza per coloro che ne vengono colpiti. L’Europa deve adottare concrete azioni per promuovere il riconoscimento ufficiale della fibromialgia in tutti i suoi Stati membri – conclude Da Re – . In aggiunta, si devono intraprendere misure adeguate per la tutela sociale-lavorativa e la codificazione medico legale dei pazienti con questo dolore cronico».