VARESE, 13 ottobre 2023 – L’attività dello studioso è spesso nascosta agli occhi del pubblico: la diffusione dei risultati delle ricerche è solo la fase finale di un lungo processo che può richiedere anni prima di trovare il suo compimento. Ne è un esempio l’attività di catalogazione e schedatura delle collezioni archeologiche, che ha avuto inizio nel 2018 ed è tuttora in corso, grazie a una convenzione stipulata dal Comune di Varese con l’Università dell’Insubria, Dipartimento di Biotecnologie e scienze della vita diretto dal professor Luigi Valdatta.
Il lavoro del team universitario ha permesso fino ad ora la catalogazione di ottomila reperti, lo studio scientifico di molti materiali e la loro pubblicazione, nonché la realizzazione congiunta di convegni e giornate di studio, come il Bioarchaeoday che si è tenuto a marzo, al Museo Archeologico di Villa Mirabello. Si tratta di un lavoro fondamentale, che permette di conoscere e far conoscere il patrimonio archeologico del museo e, di conseguenza, di approfondire la storia del territorio varesino. Tra i temi affrontati negli studi e nella ricerca su Varese c’è l’Isolino Virginia, bene Unesco.
Dal primo settembre è partita la quinta campagna catalografica di Villa Mirabello, effettuata da Selene Busnelli, vincitrice di una borsa di ricerca che avrà durata biennale e di cui è responsabile Marta Licata: il team Insubria lavorerà per la schedatura di altri quattromila oggetti e studierà i più significativi sotto la supervisione di Barbara Cermesoni, curatrice del Museo di Villa Mirabello. Le schede, una volta validate, saranno consultabili sulla piattaforma regionale Sirbec (Sistema informativo regionale beni culturali).
All’interno di questa iniziativa anche gli studenti dell’Università dell’Insubria potranno, con un tirocinio all’interno del corso di Archeobiologia, partecipare all’attività di catalogazione nel Museo di Villa Mirabello, incrementando la loro formazione nell’ambito delle scienze dedicate all’archeologia.