“Da solo non basto”, un viaggio nel difficile e complesso mondo giovanile con una mostra a Varese

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VARESE, 6 febbraio 2024- di GIANNI BERALDO-

La mostra itinerante “Da Solo Non Basto”, approda a Varese dopo il grande successo ottenuto in diverse città italiane.

Presentata oggi in Comune la mostra è stata ideata e realizzata da alcune tra le più importanti realtà associative e Comunità che quotidianamente affrontano tematiche giovanili aiutandoli grazie ad un particolare supporto e percorso educativo.

Realtà nazionali come la comunità Kairos (comunità per ragazzi ‘difficili’ fondata da don Claudio Burgio), Portofranco Italia e Piazza dei Mestieri.

Come recita il manifesto la mostra, che sarà allestita nella sala Varese Vive dal 7 al 14 febbraio, propone un’immersione nell’universo giovanile facendo eco a domande, attese, ferite, desideri che lo animano e documenta alcuni tentativi di ascoltare e rispondere alle tensioni che lo abitano.

Ecco, ascoltare e capire.

Basterebbero questi due verbi transitivi per riflettere sul perché spesso gli adulti si sentono così colpevolmente distanti da certi disagi giovanili. Senza comprenderli.

E’ quello che devono avere pensato le associazioni varesine che hanno fatto squadra riuscendo a organizzare un importante e significativo evento come questo. Così l’associazione culturale Persone e Città, la cooperativa Ballafon, Agorà-La piazza educante, Centro Kolbe, la Comunità Educante, Educational Team, Portofranco Varese, La Casa di Popolo, Un progetto con i Bambini, Decanato di Varese, tutti loro con il patrocinio del Comune di Varese hanno deciso di raccontare, di fare emergere le tante storie del mondo giovanile con le quali ogni giorno si confrontano. Per farlo hanno utilizzato questa bellissima mostra che prevede illustrazioni di Giacomo Bettiol, testi di Daniele Mercarelli e video interviste di Luca Mondellini.

<<E’ qualcosa di più di una mostra è una riflessione importante sul tema dell’educazione. Tema che riguarda innanzitutto gli adulti quelli che sono chiamati a educare. Ringrazio coloro che l’hanno pensata e realizzata speriamo in un successo non tanto nei numeri ma dal messaggio sociale che vuole trasmettere>>, sottolinea Monsignor Luigi Panighetti.

Monsignor Panighetti

Al don varesino gli fa eco Enrico Angelini << Mostra che racconta storie, quelle dei giovani che sono arrivati al limite, sul baratro della vita. Tramite un incontro con un educatore che lavora in queste realtà, alcuni ragazzi sono rinati riprendendosi la vita. Il viaggio non si ferma ma un errore nella vita di una persona è solo uno step del cammino di rinascita e recupero. Un lavoro fatto insieme con diverse realtà associative che hanno a cuore l’emergenza educativa>>.

Tra chi vive da vicino come volontaria certe realtà è Patrizia Bianchi della Comunità Educante di Varese che sottolinea come sia <<Importante invitare famiglie, docenti e altri ragazzi a vedere questa mostra che raccontano le vicissitudini di questi ragazzi>>.

Porto Franco è indubbiamente tra le associazioni con più esperienza in Italia in questo ambito, come oggi a Varese rappresentata da Graziella Leoncini che rimarca che da oltre vent’anni Porto Franco prende cura del disagio giovanile.

Interessante anche il punto di vista di Seidu Konate, tra i fondatori della Cooperativa sociale Ballafon il cui compito è quello di aiutare a integrarsi ragazzi minori non accompagnati(dai 14 ai 17 anni) provenienti da paesi stranieri, accompagnandoli in un lungo percorso di adattamento e inserimento sociale.

<<Le persone, questi ragazzi, che provengono da altri paesi del mondo si devono ambientare in una realtà che non conoscevano, quindi fin dall’inizio è fondamentale il lavoro degli educatori utile a permettere loro di potersi inserire nel tessuto sociale con gli educatori che devono andare ben oltre il loro compito divenendo anche educatori civici>>.

Tra gli intervenuti alla presentazione troviamo Emanuela Balzaretti di Piazza mestieri Milano

Emanuela Balzaretti

<<Ho insegnato molti anni nei licei varesini. La mostra non parla di noi ma del grido che tutti i giorni lanciano i nostri ragazzi. Un grido di aiuto dove chiedono di accompagnarli per la strada. Noi li aiutiamo a inserirli nel mondo del lavoro accompagnati da adulti che hanno a cuore il loro futuro>>.

Dare risposte, un dogma che per Claudia Patelli della Kolbe <<Da sempre noi diamo delle risposte a tante esigenze dei ragazzi come come questa mostra rappresenta così bene>>.

Claudia Patelli

In rappresentanza dell’amministrazione comunale l’assessore Stefano Malerba <<I giovani di oggi sono diversi dal passato ma forse siamo noi che dobbiamo capirli Sta noi adulti sapere intercettare le loro esigenza e questa mostra dice che vi è sempre una via di uscita>>.

Tra gli artefici di questa bella iniziativa dalla grande valenza sociale ed educativa Raffaele Nurra, presidente di Persone e Città, associazione culturale che compie due anni proprio a febbraio <<Il nostro leit motiv è ‘da solo non basto’, significa che nessuno si salva da solo e abbiamo comunque bisogno degli altri, affrontando le difficoltà come comunità e mai come singoli. Il valore che assume questa mostra è quella di mettere in evidenza come, con fatti concreti, la vita delle persone, anche quelle che hanno rasentato il fondo, possa cambiare>>.

Ricordiamo che a conclusione della mostra, venerdì 16 febbraio dalle ore 21, al Salone Estense vi sarà un importante incontro pubblico con don Claudio Burgio.

Orari: da lunedì a venerdì (10-13; 15-19). Sabato e domenica (10-20).

E’ possibile prenotare anche visite serali per gruppi.

redazione@varese7press.it