Al via all’Università Iuav di Venezia un nuovo progetto europeo per la governance delle aree umide per l’adattamento ai cambiamenti climatici

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VENEZIA, 29 febbraio 2024-Continua l’impegno dell’Università Iuav di Venezia sul fronte della governance delle aree umide: parte a marzo il nuovo progetto Interreg GREW (Governance of Wetlands in Italy-Croatia cross border region), che consolida con un nuovo importante finanziamento i contratti di area umida già firmati grazie al precedente progetto CREW Interreg IT-HR che includeva anche il contratto di area umida per la Laguna nord di Venezia.

Il progetto GREW porterà alla firma di otto Contratti di area umida pilota come accordi negoziati su base volontaria per l’adattamento ai cambiamenti climatici di altrettante zone umide costiere transfrontaliere Italia-Croazia, tra cui in Italia la Laguna nord di Venezia, la Laguna di Marano, il Delta del Po ferrarese, la foce del fiume Ofanto; in Croazia la riserva ornitologica Palud in Istria, la foce del fiume Neretva a Dubrovnik, il parco delle isole Brioni e l’area costiera di Zara.

Con un budget di 2.619.600 euro, finanziati all’80% dal fondo FESR e per il restante 20% dal Fondo di rotazione per l’attuazione delle politiche comunitarie, il progetto avrà una durata di 30 mesi e sarà lanciato ufficialmente l’8 marzo dall’Università Iuav di Venezia, capofila del progetto, con un evento a cui parteciperanno i rappresentanti degli otto partner progettuali. Oltre a Iuav: il Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara; il Patto per l’occupazione nord barese/Ofantino; la Comunità Riviera Friulana; Zastita Prirode (Istituzione pubblica per la gestione delle aree naturali protette della regione di Dubrovnik-Neretva); l’agenzia per lo sviluppo rurale della contea di Zara; Natura-Histrica (Istituzione pubblica con sede a Rovigno); l’Ente di gestione del Parco Nazionale delle isole Brioni.

Il modello di governance dei contratti di area umida acquista un valore aggiunto quando viene orientato a una strategia di adattamento ai cambiamenti climatici.

Spiega Maria Chiara Tosi, referente scientifica del progetto:

«Per aumentare la fiducia su questo strumento, il progetto GREW realizzerà con il contributo dei cittadini una App per monitorare gli effetti dei cambiamenti climatici, da mettere in uso nelle otto aree pilota. Inoltre, in ogni area sarà sviluppata una misura dimostrativa specifica di adattamento ai cambiamenti climatici, coinvolgendo le comunità locali. Infine, ma non meno importante, sarà offerta un’attività di capacity building ai gestori e agli esperti di altre zone umide transfrontaliere Italia-Croazia, insieme alla sottoscrizione di un protocollo d’intesa transfrontaliero congiunto per impegnare tutte le parti ad agire oltre la fine del progetto GREW, con l’obiettivo di diffonderne i risultati e facilitare il trasferimento delle lezioni apprese».