VARESE, 17 settembre 2024-“Era il periodo in cui Matteo Salvini aveva vinto le elezioni europee. Da tempo aveva cominciato ad assumere atteggiamenti particolari e diceva che voleva i pieni poteri”. Così Elisabetta Trenta, già Ministro della Difesa, ai microfoni di Radio Cusano nel corso della trasmissione ‘Cinque Notizie’ condotta da Gianluca Fabi, in merito al caso Open Arms. “Il decreto sicurezza bis-ha dichiarato Trenta-era uno strumento approvato da tutti, con qualche modifica apportata dal Presidente della Repubblica, tanto da diventare legge, e la legge si applica. Per tale decreto, si richiedeva anche la mia firma per le mie relative competenze che nel mio caso erano appunto verificare che la nave non fosse nave militare”.
Ma “rifiutai di apporre la firma perché il Tribunale dei minori m’informò che a bordo c’erano diversi bambini, tra cui due neonati di 9 mesi. A quel punto decisi di inviare la marina per un eventuale trasbordo. Le condizioni del mare però peggiorarono velocemente, un trasbordo sarebbe stato impossibile e quindi le navi della marina semplicemente seguirono Open Arms per sicurezza. Poi-ha proseguito-intervenne il TAR che annullò il primo decreto Open Arms dicendo che i migranti a bordo stavano vivendo condizioni disumane contro ogni regola e ogni diritto. A quel punto Matteo Salvini reiterò il decreto e io decisi di non firmarlo”. E alla domanda se fosse giusto processare il ministro Salvini, Elisabetta Trenta ha risposto “credo che i 5Stelle avrebbero dovuto fermare il tutto prima che si arrivasse a certi livelli. Magari Salvini-ha aggiunto-pensava davvero di tutelare i confini in quel modo; io per esempio reputo che i confini vadano difesi nel rispetto delle leggi nazionali e del diritto internazionale. E c’ero io a difendere i confini” precisa Elisabetta Trenta. “Lui avrebbe potuto procedere se fosse stato Ministro della Difesa. Ma voleva fare anche quello. Spero comunque non sia condannato -ha infine concluso Trenta- ma spero altrettanto che la proposta del PM sia esemplare per dire che nessuno può esercitare al di fuori di quelle che sono le normative di uno Stato e le norme internazionali”.