Da Trento a Monza: un confronto sulla dispersione scolastica

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MONZA, 20 novembre 2024. Tante voci si sono alternate nel simposio dedicato alla dispersione scolastica promosso da Brianza Solidale. Monza e Trento si sono date appuntamento nelle rispettive sedi di Confindustria per parlare di un fenomeno complesso e che investe molte aree del nostro paese ed interessa anche le città protagoniste di questo evento.

Presenti numerosi studenti delle scuole di Monza e di Trento. Coinvolgenti le testimonianze di Andrea Fumagalli, 23 anni e di Abraham Osa’s Adolor che hanno rispettivamente aperto e chiuso  l’incontro  facendo da cornice al convegno. Andrea ha spiegato con parole semplici ma efficaci che il suo sogno non era quello di fare il biologo ricercatore come avrebbero voluto i genitori, bensì di iscriversi ad altro percorso di studio come quello offerto da ITS Angelo Rizzoli. “Quando frequentavo l’Università di Biologia – racconta Andrea –  non riuscivo a passare gli esami. Ma da quando mi occupo di informatica ed  ho scelto di frequentare l’ITS Rizzoli, studiare non è più una croce è diventata una passione. Il segreto? Si chiama Motivazione con la emme maiuscola. Se sei motivato riesci, altrimenti soccombi.”

Ben diversa la storia di Abraham Osa’s Adolor,  ma accumunata anch’essa dalla motivazione. In questo caso è stata la madre ad insistere perché il ragazzo proseguisse gli studi. E’ stata lei a motivare a non smettere a non abbandonare malgrado il papà insistesse per mandarlo a lavorare. “Non solo mia mamma – dice Abraham – anche i professori sono stati decisivi a farmi proseguire gli studi. Avevo difficoltà con l’italiano e molti docenti all’inizio mi parlavano in inglese poi si è aperto un mondo ed adesso desidero iscrivermi ad ingegneria robotica.”

 Due storie che si collegano inaspettatamente con quella di Luciano Fontana, direttore del Corriere della sera,  intervenuto al convegno. “Concordo con Andrea: la motivazione è fondamentale – ha detto il direttore del Corriere – i miei insistevano perché studiassi Medicina, ma io volevo fare il giornalista. Sono partito dal giornalino del liceo e poi ho realizzato il mio sogno. Mi ha aiutato molto studiare filosofia perché il pensiero filosofico, in particolare, allarga gli orizzonti e allunga le visioni. Mi sono laureato con una tesi su Popper il quale sostiene che la ricerca procede per tentativi. E’ così anche per la vita. Come Andrea che ne ha provato diverse prima di azzeccare la scelta, così ho fatto anch’io: non ci deve spaventare il procedere per tentativi, è la sfida della vita. Consiglio la lettura, la cultura, l’istruzione. Sono le vere ricchezze che generano cittadinanza e crescita. Il vero nemico è l’ignoranza.”

E’ toccato ai sindaci di Monza e di Trento, Paolo Pilotto e Franco Ianeselli  portare i saluti delle rispettive città: entrambi hanno sottolineato l’importanza di considerare i giovani anzitutto delle persone e non soltanto dei futuri lavoratori, cittadini che costruiranno le comunità del domani. Pilotto ha ricordato che il tema della dispersione scolastica non può non interessare la situazione attuale della famiglia. Spesso i ritmi di lavoro impediscono di coltivare quelle relazioni che la famiglia necessita e che fanno bene ai giovani. Sia il sindaco di Trento che quello di Monza hanno sottolineato l’importanza del volontariato in particolare del doposcuola. Monza – ha detto Pilotto – considerati i numeri, si candida, per la prossima edizione, a capitale del volontariato. Il Sindaco di Trento approva ed appoggia.

Duplice il saluto iniziale di CONFINDUSTRIA: da Monza Gianni Caimi, Presidente Assolombarda MB e da Trento Luca Arighi, Vicepresidente Confindustria i quali hanno concordato su quanto sia importante dare prospettive ai giovani e promuovere la cultura d’impresa.

La parola alla scienza: più istruzione, più vita!

Ad interpellare i diversi relatori che si sono succeduti sono state le testimonianze dei ragazzi e le parole del sociologo Gianluca Argentin: “nel nostro paese i giovani sono ormai una risorsa scarsa, – sostiene il sociologo –cresce il disorientamento, diminuisce il livello di sapere. Di chi è la colpa, si è chiesto Argentin? In verità il nostro paese ha una lunga tradizione di scarsa istruzione. Servirebbe investire su orientamento, dare più voce ai giovani e ricordare che chi si istruisce ha una vita più lunga. Più che di contrasto della dispersione, dovremmo parlare di un sistema scolastico, formativo e universitario che impari ad accettare e a gestire l’insuccesso come tappa verso l’autorealizzazione dei giovani, promuovendo percorsi di orientamento e ri-orientamento formativi inclusivi e flessibili, che valorizzino ogni potenziale esistente tra i sempre meno giovani presenti nel nostro Paese.”

Sono inoltre intervenuti:

Roberto Manna, Dirigente Ufficio Scolastico Monza

Chiara Ceola, Vicepresidente Giovani Imprenditori Assolombarda  

Alessandra Proto, Responsabile Centro OCSE di Trento

Ferruccio Resta, Presidente Fondazione Bruno Kessler Trento già rettore del Politecnico di Milano

Giuseppe Rizza, Sovrintendente scolastico Provincia autonoma di Trento

Alessandro Rosina, Professore Demografia Università Cattolica Milano

Donatella Turrina, Presidente Fondazione Trentina Volontariato Sociale

Hanno moderato: da Monza Matteo Speziali Direttore di MB News e da Trento  Simone Casalini, Direttore de Il T Quotidiano

 Chiusura affidata a Maurizio Beretta Presidente di Brianza Solidale. Malgrado l’assenza per influenza Beretta ha fatto pervenire un testo con il quale ha ringraziato tutte le organizzazioni che hanno promosso il convegno. “Abbiamo ascoltato esperti del settore così due significative testimonianze e seguito l’interessante confronto e discussione sulle cause e sulle possibili soluzioni. Abbiamo avuto conferma del ruolo fondamentale della scuola e della formazione così come di quello delle famiglie e delle comunità. Mi pare sia emerso chiaramente che, per affrontare questo fenomeno, sia necessario un approccio multidisciplinare e collaborativo tra i diversi attori.

Non dimentichiamo che dietro ai numeri e alle statistiche ci sono tante storie e ogni storia racconta e rappresenta una vita. Ogni giovane che abbandona la scuola rappresenta un talento inespresso, un futuro che potrebbe prendere strade meno promettenti.”