Sciopero nazionale dei lavoratori Beko contro il piano di chiusure: presidio davanti al Ministero

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VARESE, 22 gennaio 2025- di GIANNI BERALDO

I lavoratori di Beko incroceranno le braccia per 8 ore in un sciopero nazionale indetto giovedì 30 gennaio, dalle principali sigle sindacali Fim-Cisl, Fiom-Cgil, Uilm e Uglm. La protesta è stata organizzata in risposta al piano di chiusure presentato dall’azienda per l’Italia, definito dai sindacati “inaccettabile”. Il confronto si svolgerà in occasione di un incontro convocato dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, per discutere le problematiche legate alla produzione e all’occupazione nel settore.

Le motivazioni dello sciopero

Il piano industriale di Beko prevede una serie di chiusure che minacciano la stabilità occupazionale e l’intero comparto industriale italiano. I sindacati, uniti in un fronte compatto, chiedono una modifica radicale di questa strategia e invitano il governo a prendere misure concrete per proteggere i lavoratori e gli stabilimenti. In particolare, chiedono l’uso del “golden power”, una forma di intervento statale che permetta al governo di garantire la continuità dell’attività produttiva e tutelare l’occupazione.

Il presidio davanti al Ministero

Il giorno dello sciopero, i lavoratori di Beko da tutte le fabbriche e gli uffici italiani si raduneranno in un presidio davanti al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, per chiedere una revisione del piano industriale. I sindacati lanciano un appello a tutti i lavoratori affinché partecipino alla lotta per prevenire licenziamenti e chiusure, sollecitando anche il rilancio del settore degli elettrodomestici, considerato strategico per l’economia nazionale.

Un settore a rischio

Questa mobilitazione sottolinea le preoccupazioni riguardo alla sicurezza del settore e alle sue implicazioni economiche, in particolare in un contesto di crescente instabilità. I sindacati puntano a una forte risposta da parte del governo e delle istituzioni, chiedendo interventi che vadano oltre le misure ordinarie, per preservare il futuro di migliaia di lavoratori e per tutelare un settore cruciale per l’industria italiana.

In sintesi, lo sciopero di giovedì 30 gennaio è una protesta contro un piano industriale che minaccia non solo i posti di lavoro, ma anche la competitività e la sostenibilità del settore elettrodomestici in Italia. L’obiettivo è una revisione delle scelte aziendali e l’intervento decisivo del governo a difesa dell’occupazione.

redazione@varese7press.it