MILANO, 18 marzo 2025-Mentre inchieste per abuso edilizio, lottizzazione abusiva e corruzione bloccano l’accesso a lussuosi appartamenti per centinaia di famiglie della medio-alta borghesia milanese, la politica, da destra a sinistra, si mobilita con una solerzia quasi sospetta. La protesta del comitato “Famiglie sospese, vite in attesa”, culminata sabato scorso con un presidio davanti a Palazzo Marino, ha trovato un’eco immediata e bipartisan, sollevando però un’ondata di interrogativi sulla reale attenzione delle istituzioni verso l’emergenza abitativa che affligge la città.
La richiesta di una legge “Salva Famiglie” è stata prontamente cavalcata da esponenti del centrodestra come il presidente regionale Attilio Fontana, Tajani e Gasparri di Forza Italia, e dal sempre attento alle dinamiche sociali, Matteo Salvini. Anche a sinistra, il tema delle “famiglie sospese” aveva trovato spazio nelle dichiarazioni del sindaco Beppe Sala prima della sua retromarcia sul “Salva Milano”, e non mancano voci nel PD che sembrerebbero disponibili a sostenere le istanze del comitato. La convocazione d’urgenza da parte del sindaco Sala, annunciata con toni trionfanti dal comitato per mercoledì 19 marzo, non fa che alimentare la sensazione di una risposta politica selettiva.
Questa fretta nel soccorrere un gruppo ristretto di cittadini benestanti stride in modo stridente con la cronica mancanza di risposte concrete per le centinaia di migliaia di famiglie milanesi che da anni vivono in condizioni di seria difficoltà abitativa. L’urgenza mostrata per sbloccare appartamenti di lusso, per i quali sono stati versati ingenti anticipi e caparre garantite da fideiussioni, contrasta con la lentezza e l’insufficienza delle politiche abitative rivolte alle fasce più fragili della popolazione.
Il nodo cruciale della discordia è rappresentato dalla proposta di legge “Salva Milano”. Lungi dall’essere una soluzione per le “famiglie sospese”, essa viene vista da numerosi comitati civici come un pericoloso “salva-speculatori” che finirebbe per legalizzare le opache pratiche urbanistiche che hanno portato al blocco dei cantieri. L’adozione come “interpretazione autentica” di una normativa ambigua che ha permesso la costruzione di grattacieli e interi quartieri residenziali con una semplice SCIA, bypassando i necessari piani attuativi e l’adeguamento degli standard urbanistici a beneficio di tutti i residenti, rappresenterebbe un grave danno per l’intera città.
La “magia” del “sistema Milano”, che ha prodotto edilizia di lusso destinata alla classe medio-alta e agli investitori stranieri, è ampiamente responsabile della gentrificazione che sta espellendo dal tessuto urbano non solo le classi popolari, ma anche il ceto medio. Il desiderio espresso dalle “Famiglie sospese” di un futuro “sereno e giusto” è sacrosanto, ma non può e non deve realizzarsi a discapito di altri cittadini.
È importante ricordare che il sequestro del cantiere delle Residenze Lac, dove molti membri del comitato “Famiglie sospese” avevano acquistato casa, è avvenuto anche per lottizzazione abusiva, con l’accusa che il Comune di Milano non avrebbe esercitato i propri poteri di autotutela nei confronti degli indagati. Pretendere ora una “Salva Milano” appare come la scorciatoia più comoda per risolvere una situazione individuale, ignorando le implicazioni più ampie per l’intera collettività.
Mentre la politica si concentra sulle “famiglie sospese”, altri comitati civici milanesi si mobilitano per un intervento diverso da parte del Comune, un intervento che tuteli l’interesse pubblico e la qualità della vita di tutti i cittadini. Lunedì 13 marzo, in occasione dell’udienza preliminare per il caso delle Park Towers, comitati del Municipio 3 e di altre zone della città hanno inviato una lettera al Comune chiedendo di costituirsi parte civile nel procedimento, esercitando le proprie prerogative a beneficio di tutti i residenti del quartiere e prestando il consenso a programmi di giustizia riparativa. L’azione dei comitati evidenzia anche una presunta sottovalutazione della monetizzazione degli oneri, un danno economico per l’intera città.
La prossima udienza per le Park Towers, fissata per il 13 maggio, sarà un banco di prova per verificare se l’appello dei comitati avrà sortito qualche effetto e se altri cittadini si uniranno a questa battaglia per una Milano più equa.
Nel frattempo mercoledì 19 marzo, in contemporanea con l’incontro tra il sindaco Sala e il comitato “Famiglie sospese”, si terrà un’assemblea pubblica al CAM Garibaldi, promossa da un’ampia coalizione di comitati civici, associazioni e forze politiche unite nel loro NO alla legge “Salva Milano”. L’obiettivo è ribadire che la vera salvezza di Milano passa attraverso una gestione pubblica del territorio, libera dagli interessi privati che sembrano dominare le scelte urbanistiche attuali. L’assemblea, che sarà trasmessa in diretta Facebook, rappresenta la prima di una serie di iniziative comuni per una Milano più pubblica e meno “sospesa” tra interessi particolari.