
ASCONA(Svizzera) – Per tutta l’estate 2025, il pittoresco borgo di Ascona, incastonato sulla sponda elvetica del Lago Maggiore, si trasformerà nel palcoscenico di uno degli eventi artistici più attesi dell’anno. Dal 15 giugno al 12 ottobre 2025, il Museo Comunale d’Arte Moderna ospiterà la prima esposizione personale in un’istituzione pubblica svizzera di Joana Vasconcelos (Lisbona, 1971), figura di spicco nel panorama dell’arte contemporanea internazionale.
L’artista portoghese vanta una partecipazione di rilievo a ben tre Biennali d’arte di Venezia e ha esposto le sue creazioni in prestigiose sedi globali, segnando la storia come la prima donna a presentare una mostra personale sia alla Reggia di Versailles che al Guggenheim Museum Bilbao.
La rassegna asconese, curata con maestria da Mara Folini e Alberto Fiz, si configura come un’antologica appositamente concepita per gli spazi museali svizzeri. Il pubblico avrà l’opportunità di immergersi in un percorso che presenta oltre 30 opere, spaziando tra installazioni monumentali, lavori a parete di forte impatto visivo, dipinti, disegni, video e libri d’artista. Un viaggio attraverso i momenti salienti della sua evoluzione creativa, dagli anni Novanta fino alle sue più recenti produzioni.
Riconosciuta a livello internazionale per le sue sculture di grande scala e le installazioni immersive che sfidano le convenzioni, Joana Vasconcelos attua una radicale decontestualizzazione di oggetti d’uso quotidiano. Con il suo linguaggio unico, rinnova il dialogo tra arte, artigianato e design, creando un ponte tra la sfera intima e lo spazio pubblico, tra la tradizione popolare e la cultura alta. Le sue opere affrontano con leggerezza e una sottile ironia temi cruciali come l’identità femminile, la società dei consumi e la memoria collettiva.
“Il Museo Comunale di Ascona – sottolinea la direttrice Mara Folini – è il luogo ideale per ospitare la prima mostra pubblica in Svizzera di Joana Vasconcelos, un’artista che ha posto la figura femminile al centro della sua ricerca. Il nostro museo, del resto, è dedicato a Marianne Werefkin, protagonista dell’arte europea che all’inizio del secolo scorso ha saputo anticipare le istanze dell’espressionismo. Idealmente, Ascona diventa un luogo d’incontro tra queste due grandi artiste che hanno lasciato un segno indelebile nel loro tempo.”
“Il progetto proposto ad Ascona – aggiunge Alberto Fiz – unisce una forte componente spettacolare a momenti di introspezione e riflessione, offrendo agli spettatori la possibilità di comprendere la complessità di una ricerca artistica in cui la vorticosa danza di Joana Vasconcelos intorno agli oggetti sviluppa una nuova ipotesi stilistica. Un percorso che parte dalle suggestioni del barocco per superare il postmoderno in una continua sfida alle convenzioni.”
L’esposizione si snoderà attraverso i due piani del museo, offrendo una panoramica esaustiva della poliedrica ricerca dell’artista in un itinerario coinvolgente che invita il visitatore ad avvicinarsi senza preconcetti. Già prima di varcare la soglia, il pubblico sarà chiamato ad attraversare Wash and Go (1998), un’installazione che evoca un autolavaggio con due rulli colorati, metafora di una simbolica rigenerazione. Subito dopo, l’impatto visivo sarà potente con La Baronessa (2023), una scultura tessile monumentale che si erge verticalmente per dieci metri, apparendo come una divinità fluida che sembra avvolgere l’intero edificio. L’opera, adattabile a diversi contesti, è stata specificamente dedicata dall’artista alla “Baronessa”, l’appellativo con cui gli amici si riferivano a Marianne Werefkin, figura chiave nella fondazione del museo asconese, in riferimento alle sue origini nobili.
La mostra svela le molteplici sfaccettature di un’indagine artistica che attraversa due decenni di attività, durante i quali Joana Vasconcelos dà vita a una narrazione che riflette l’animo umano in un progressivo dialogo tra ragione e sentimento, tra apollineo e dionisiaco. Le sale del museo si rivelano come stanze segrete, unite da un sottile filo conduttore che permette di sviluppare un percorso unitario e ricco di sorprese.
Salendo al primo piano, i visitatori saranno accolti dal maestoso Red Independent Heart (2013), un cuore rosso alto tre metri sospeso sul proprio asse. La sua rotazione circolare evoca i cicli della vita e l’eterno ritorno, accompagnata dalle note struggenti di tre significativi Fado, il genere musicale lusitano intriso di malinconia. L’installazione trae ispirazione dal tradizionale gioiello sacro portoghese in filigrana, il Cuore di Viana. Tuttavia, avvicinandosi, si scopre che l’intricato motivo di filigrana è realizzato con forchette di plastica rossa, trasformandosi in un pattern visivo straniante dove l’oggetto si eleva a pura invenzione poetica.
La sfera intima, con sottili connotazioni erotiche, trova espressione in Flowers of My Desire, un lavoro concepito tra il 1996 e il 2010 che dà il titolo all’intera mostra. I “fiori del desiderio” sono soffici piumini da spolvero color lilla che emergono da una forma organica, offrendo un’apparenza accogliente e piacevole. Questa sensazione viene però contraddetta dalla struttura esterna dell’installazione, che si rivela più minacciosa con una serie di spuntoni metallici che spuntano dalla rete di un improbabile letto.
In una società consumistica che si nutre dello scarto, Joana Vasconcelos propone Vista Interior (2000), una vetrina parallelepipeda con tende veneziane bianche che racchiude un’infinità di oggetti datati. Quasi un chiosco della memoria, una Wunderkammer contemporanea in una progressiva accumulazione feticistica e compulsiva.
Ad Ascona si potranno inoltre ammirare Cama Valium (1998), un grande letto ansiolitico composto da blister di medicinali contenenti pastiglie di Valium, e Brise (2001), un divano dove fiori di plastica emanano un inaspettato odore di naftalina, creando una relazione inedita tra reale e artificiale. La componente olfattiva caratterizza anche Menu do Dia (2001), un’opera di denuncia particolarmente provocatoria. Su sportelli di vecchi frigoriferi, alcuni risalenti agli anni Cinquanta, sono disposte pellicce profumate da un odore acre che allude al “menù carnivoro” del giorno, evidenziando un’incongrua contrapposizione tra il freddo dei frigoriferi e il calore delle pellicce che celano la mattanza degli animali.
Un altro tema ricorrente nell’opera di Joana Vasconcelos è quello della moda, ben rappresentato da Fashion Victims (2018), un’installazione con due bambole nude dal volto infantile e forme adolescenziali che vengono progressivamente avvolte da fili provenienti da rocchetti azionati da un motore. Lentamente, i volti delle bambole scompaiono, le loro bocche vengono imbavagliate e le gambe legate, lasciando visibili solo seni e pube. Alla moda è dedicato anche il video Portugal O fashion (2008), in cui l’artista crea una sfilata ironica e originale.
I lavori dell’artista si distinguono per la loro capacità di interagire con lo spazio, contaminando pittura, scultura e architettura. Questo processo coinvolge anche le opere a parete, come si evince dalla serie di rare composizioni realizzate tra il 1998 e il 2003 in fibra di vetro e acciaio, che già sviluppano una tridimensionalità, esprimendo un’insofferenza verso l’astrazione tradizionale. Da qui nasce la serie Crochet Painting, che integra l’arte tessile con scultura e pittura. In questo caso, il lavoro all’uncinetto esce dalla sua sfera domestica per trasformarsi in un linguaggio visivo potente e carico di significato.
Di questo ciclo sarà esposta Miragem (2024), un’imponente composizione dove forme in lana colorata sostituiscono l’uso del pennello e della pittura. Non mancherà un altro lavoro fortemente ironico e provocatorio: Big Booby (2018), una scultura monumentale a parete realizzata a uncinetto e tessuti imbottiti che raffigura inequivocabilmente un grande seno femminile, giocando sul voyeurismo e sull’ammiccamento.
Un’intera sezione della mostra sarà dedicata agli Stupid Furniture (2021-2022), un progetto che prevede il riutilizzo di mobili desueti o destinati alla soffitta. Joana Vasconcelos ne riattiva l’energia, rimettendoli in circolo attraverso un processo metamorfico reso possibile dall’inserimento di forme tessili colorate che avvolgono strutture in legno o vetro, creando ambienti organici e multidimensionali. I mobili inutili escono dal loro isolamento per invadere gioiosamente l’ambiente, opere dai titoli evocativi, familiari o sentimentali come La Sirenetta, Caldi Abbracci, Happy Hour, Acconciatura o Lollobrigida, in omaggio all’iconica attrice italiana.
Sono numerosi gli interventi di Joana Vasconcelos che permettono di rileggere gli oggetti in maniera totalmente innovativa. I ready made duchampiani assumono forme barocche, come accade per A Barroca (2014), che dietro a decorazioni sfarzose nasconde una doccia in acciaio. In un altro caso, un comune lavandino diventa il contenuto di un’elegante forma plastica morbida e seducente, che sembra provenire da una dimora settecentesca.
Completa la rassegna una preziosa selezione di disegni, progetti e appunti custoditi da Joana Vasconcelos nei suoi Cahiers de Ma Vie, che offrono uno sguardo intimo sul processo creativo dell’artista, rivelando la scintilla iniziale di tutta la sua straordinaria produzione.
La mostra di Ascona si inserisce nel contesto delle celebrazioni per il centenario della Conferenza di pace di Locarno (1925), un evento storico che contribuì a un breve periodo di distensione e collaborazione tra le nazioni europee dopo la Prima guerra mondiale e il Trattato di Versailles. Il percorso espositivo di Joana Vasconcelos, incentrato sulle radici unificanti dei popoli e sullo scambio dei saperi in direzione di una cultura di pace, si allinea perfettamente con le iniziative pianificate nella regione del locarnese per commemorare questo importante anniversario.
Per tutta la durata dell’esposizione, saranno organizzati numerosi momenti d’incontro, tra cui spettacoli di musica, performance e danza, laboratori didattici per bambini e adulti, conferenze e una sfilata di moda, realizzati in collaborazione con enti e associazioni radicate nel territorio ticinese, tra cui la Compagnia di Teatro Tiziana Arnaboldi e il suo Teatro San Materno, la Fondazione Monte Verità di Ascona, la Scuola Arti e Mestieri della Sartoria di Lugano, il Teatro del tempo di Mario Pagliarani e il Museo in erba di Lugano per le attività didattiche.
Ad accompagnare l’esposizione, sarà pubblicato un catalogo bilingue (italiano-inglese) da Allemandi editore, contenente testi dei curatori e un’intervista inedita di Alberto Fiz e Mara Folini a Joana Vasconcelos. Un’occasione unica per immergersi nel mondo affascinante e provocatorio di una delle artiste più significative del nostro tempo.
JOANA VASCONCELOS. Flowers of My Desire
Ascona (Svizzera), Museo Comunale d’Arte Moderna
15 giugno – 12 ottobre 2025
Inaugurazione: sabato 14 giugno 2025
Informazioni:
tel. +41 (0)91 759 81 40; museo@ascona.ch
Sito internet: www.museoascona.ch
Catalogo: Allemandi editore