Dalla Guerra di Spagna a Palazzo Estense: la storia di Enrico Bonfanti, sindaco rivoluzionario di Varese

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Laforgia con Cordì raccontano la storia di Bonfanti

VARESE, 26 aprile 2025- di GIANNI BERALDO

Il primo sindaco (traghettatore) di Varese dopo la liberazione fu Enrico Bonfanti indicato direttamente dal Cnl (Comitato Nazionale di Liberazione) nel 1945.

Laforgia mentre narra le vicende storiche di Bonfanti

Bonfanti nella sua vita piuttosto dinamica e burrascosa, è stato un vero rivoluzionario. Comunista nelle file del Pci, Bonfanti si professò da sempre come una sorta di rivoluzionario professionale: ossia dove vi era da combattere le angherie dittatoriali dei regimi fascisti e nazifascisti, lui era in prima linea con i partigiani. Questo dalla Guerra di Spagna oppure nelle file dei combattenti partigiani della Brigata Garibaldi. Gesta temerarie che gli costò la reclusione per ben due vole nel carcere di Ventotene.

Insomma una figura davvero importante ricordata anche oggi, con una visita guidata organizzata da Anpi di Varese e assessorato alla Cultura, presso il cortile d’onore di Palazzo Estense dove nel 2021 Bonfanti venne ricordato (grazie all’associazione Calogero Marrone) anche per i posteri, grazie alla collocazione di una targa riportante il suo ruolo fondamentale per Varese. La figura e valenza storica, culturale e sociale del primo sindaco di Varese, è emersa prepotentemente qualche anno fa con la scoperta di documenti storici di assoluto valore, riportati in auge anche grazie al notevole lavoro di ricerca storica messa in atto dal professore e assessore Enzo Laforgia (oggi cicerone d’eccezione), dall’associazione varesina Calogero Marrone e da Anpi, rappresentata dal presidente Rocco Cordì, che ha inserito questa iniziativa nel corposo programma dedito a celebrare l’80esimo Anniversario della Festa della Liberazione. Tra i presenti anche l’assessore ai Servizi Sociali Roberto Molinari.

Come sempre molto bravo ed esaustivo Laforgia nel raccontare ai presenti (una trentina di persone tra cui alcuni nipoti di Bonfanti) a vita del Primo Cittadino di Varese. Come detto una vita avventurosa iniziata come operaio e conclusasi come sindaco di un’importante città liberata dai partigiani prima ancora dell’arrivo delle truppe anglo americane.

Una storia, quella di Bonfanti, ancora in divenire considerato che da pochi anni si è potuto accedere alla documentazione fino a quel momento non consultabile poi reso fattibile decadendo il limite dei 70 anni dalla morte, come stabilito a livello giuridico.

“La sua nomina ufficiale avvenne precisamente il 26 aprile del 1945, la prima giunta due

La toponomatica dedicata Bonfanti a Palazzo Estense

giorni dopo dove si decise fin da subito di cambiare gran parte dei nomi delle vie cittadine ‘fascistizzate’, così come altre azioni pratiche come togliere tutti i fasci littori impressi sui tombini: un lavoro immane e costoso eseguito in un momento in cui la città versava in uno stato deficitario sia sotto il profilo strutturale (Varese fu colpita pesantemente da bombardamenti degli aerei alleati) che economico. Ma nonostante le difficoltà Bonfanti decise che tra le priorità vi fosse quello di cancellare la memoria della dittatura fascista”, racconta agli astanti Laforgia.

Fascisti e nazisti che colpirono duro Varese e i tanti varesini che si ribellarono a esso. Non solo quelli che entrarono a far parte delle brigate partigiane, ma anche ‘semplici’ cittadini che non accettavano questo regime e tutto ciò che ne conseguì. Tristemente famosi ad esempio furono luoghi ancora presenti in città come la sede del Partito Fascista, poi Prefettura, che Bonfanti rinominò come Palazzo Italia. Attuale prefettura che fu luogo di terribili interrogatori e torture così come lo fu l’ex Caserma Garibaldi, l’attuale sede dell’Ats e altre sedi rimaste scolpite indelebilmente nella storia di Varese.

“Ma Bonfanti fu importante anche per la sua voglia di fare ripartire la città anche sotto il profilo culturale. Infatti tra le prime iniziative adottate quella di riaprire la Biblioteca perché la cultura doveva tornare a essere libera. Così come pure la scuola, altra felice ossessione di Bonfanti che fece riparare tutti i vetri oltre a fornirle di combustibile per il riscaldamento. Quindi una rinascita anche morale e culturale della città”, aggiunge Laforgia.

Bonfanti (a sx) con il comandante italo americano di orgine varesina Charles Poletti

Interessante pure l’aneddoto inerente alle prime elezioni che si svolsero durante il suo unico anno di mandato. La vicenda riguardava la proposta messa in campo dallo stesso Pci di costruire un casinò al Colle Campigli, con la possibilità di fare entrare denaro nelle casse comunali. Proposta divisiva che portò Bonfanti a prendere la decisione di andare al voto: seggio unico con possibilità di votare anche per posta! Vinsero i sì all’apertura del casinò che poi in realtà non fu mai costruito.

Le elezioni successive nel 1946 furono quelle per la vera elezione del sindaco dove, un po’ a sorpresa, vinse il socialista Luigi Cova con Bonfanti relegato in Consiglio comunale. Da quel momento, forse anche per motivi di logiche politiche che tendevano a lasciare in disparte alcuni comunisti ‘scomodi’, Bonfanti si eclissò dalla politica ma pure dalla vita sociale e culturale della città.

Varese che in pratica si dimenticò di lui e della sua forza rivoluzionaria.

Questo fino a pochi anni fa e oggi il primo sindaco di Varese lo ricordiamo con grande piacere.

direttore@varese7press.it