Lettera d’amore per Saronno: ”La mia bambina mentre scrivevo ha disegnato un arcobaleno: andrà tutto bene”

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SARONNO, 14 marzo 2020-Dal sagrato della Chiesa di San Pietro e Paolo si scorge uno degli angoli più belli della nostra città. Il lungo viale, la piazza grande che l’accoglie come il mare il fiume,i palazzi colorati adornati di fiori che la primavera sta iniziando a far fiorire tra i raggi del sole e le leggere gocce di pioggia che qualche nuvola veloce fa scendere.

Non ci sono le risate, il brusio di chi si ritrova col pane sottobraccio ancora caldo preso in via San Cristoforo,non ci sono le discussioni sulla Juventus che vince all’ultimo minuto su rigore,non ci sono i ragazzi extracomunitari che nella loro lingua stringendosi la mano chissà cosa si dicono.
Ero a pregare poco fa e nella Chiesa fissando l’altare ritrovo quella croce sempre uguale. Lì ad ascoltarmi con quel lume acceso che ricorda che Dio in quel momento è presente e mi ascolta.
Sono passati pochi mesi dalle luminarie di Natale,le decorazioni alla finestra,si discuteva dei barconi che arrivavano a migliaia in Sicilia,la Cina era lontana e poi in fondo “sono affari loro tanto sono lontani,il mondo è grande pensiamo a noi”..pensavamo.
E invece il mondo non è così grande come credevamo. La globalizzazione che tanto qualcuno teme,che altri apprezzano,ci ha dimostrato che la terra è piccola e l’uomo ancora più piccolo di lei.
Mia nonna da bimbo mi ricordava sempre che “l’uomo propone e Dio dispone”.
Chi siamo noi per pensarci immuni dalle grandi tragedie che colpiscono ogni giorno il pianeta?
Ricordate le immagini dei bambini che in Africa allungano una mano o i loro genitori in fila nelle missioni per un pezzo di pane ? Quanto valevano quelle immagini per noi? Forse solo un pensiero triste o di sdegno nello spazio di un servizio di 90 secondi al tg ed oggi quelle file sono davanti a noi,fuori dal supermercato dove entriamo un’ora alla volta,lontani un metro uno dall’altro,con la mascherina sul viso spaventati di una mano che ci sfiora o un colpo di tosse improvvisa.
Quei barconi di disperati che guardavamo con schifo e rabbia chissà quanti sono i cuori uguali ai tanti italiani che quel sabato sera abbiamo visto nella stazione Centrale di Milano correre come disperati per salire su un treno e scappare lontano dalla Lombardia per cercare una pace che alla fine nemmeno in Sicilia,in Trentino o in Umbria hanno trovato: oggi tutta l’Italia,tutta l’Europa e il mondo intero non ha pace.
Siamo tutti fratelli oggi.
Lo stiamo riscoprendo nel dolore che poi per molti è solo lo stare in casa mentre per altri in oriente è saltare in aria con un’autobomba,in Africa è morire di sete,in India morire di fame.
E allora nelle nostre case ricerchiamo quel valore grande che vale più dell’oro e del platino senza svalutazione o spread. Ritroviamo il valore dell’amore uno verso l’altro e la fede.
La fede in Dio. Nelle parole di Dio che ci ricorda la nostra fratellanza in lui padre e ci insegna ad amarci.
Per noi Cristiani sono giorni di Quaresima,la Pasqua si avvicina e ricordiamo allora quel significato lontano di “passaggio”.
Amici miei,fratelli cari,passiamo insieme a una vita nuova che deve rinascere da questa prova promettendo a noi stessi che qualcosa in noi cambierà dopo il ritorno alle vecchie abitudini. Torneremo  a parlare in piazza,della Juventus che tra l’altro è in testa alla classifica,del Sindaco e dell’opposizione,di Salvini,della Ferrari ma promettiamoci di guardarci come fratelli perché le distanze del mondo non sono poi così lontane come abbiamo visto. La mia bambina mentre scrivevo ha disegnato un arcobaleno: Andrà tutto bene. E anche lei  così ha fatto quello che milioni di bambini nel mondo hanno fatto. Unico mondo,tutti fratelli.
Luciano Silighini Garagnani 
un genovese diventato saronnese per amore