Intervista a Giuseppe L’Abbate (M5S) Sottosegretario Ministero Agricoltura: ”Con il Fondo di Garanzia rilanceremo tutto il settore”

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Giuseppe L'Abbate. Sottosegretraio Ministero agricoltura

VARESE, 15 aprile 2020- di GIANNI BERALDO

Di agricoltura se ne intende e parecchio, non solo per il ruolo che occupa ma soprattutto per la sagacia e abilitá nel capire anzitempo le esigenze e capacitá dei tanti lavoratori di un comparto tra i piú trainanti del Sistema Italia.

Stiamo parlando del parlamentare Guseppe L’Abbate (M5Stelle), Sottosegretario al Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali, anch’egli estremamente impegnato nel trovare giuste soluzioni per affrontare una crisi senza precedenti a livello economico dovuta all’emergenza sanitaria. Tra i vari interventi messi in atto da L’Abbate quello di permettere un rapido afflusso di liquiditá alle imprese del settore, in modo tale da potere ripartire puntando magari ad una nuova fase innovativa. Per saperne di piú su questo e altri temi l’abbiamo intervistato.

Sottosegretario ci illustri innanzitutto lo stato delle cose per quanto attiene il settore agricolo, soprattutto durante in questa emergenza sanitaria

«Guardi il settore agricolo sta rispondendo molto bene. Infatti non abbiamo problemi di approvvigionamento di cibo e di fornitura presso i negozi riempiendo gli scaffali»

La famosa filiera agroalimentare che funziona.

«Esattamente, la famosa filiera ha reagito molto bene nonostante tutte le difficoltá. Per

 

questo li ringrazio mettendoli alla pari a livelli di ringraziamenti a medici e tutti gli operatori sanitari. Questo perché da un lato stanno garantendo l’approvvigionamento di cibo e dall’altro contribuiscono alla stabilitá sociale. Infatti possiamo solo immaginare cosa sarebbe accaduto nel momento in cui gli italiani non avessero trovato nei supermercati, quei prodotti abituali che solitamente consumano nella propria dieta. Insomma se non trovi il parmigiano, la pasta, pomodori o prosciutto, sarebbe stato grave»

Tra l’altro mai come per questa emergenza vi é stata una grande spinta promozionale nell’acquistare prodotti italiani.

«Assolutamente sí. Questo per dare una mano alle nostre imprese, quindi un grande ringraziamento a tutta la filiera dai produttori ai trasportatori. Parlando di lavoratori da sottolineare che anche per loro ovviamente sussiste il timore di contrarre il coronavirus ma nonostante questo vanno comunque tutti a lavorare pur avendo paura. Insomma una bellissima reazione che ha avuto tutta la filiera».

Ma non tutti i settori stanno andando bene in questo comparto

«Come quello del florivaismo che é praticamente in ginocchio. La chiusura delle attivitá per il divieto, ha portato all’impossibilitá di celebrare matrimoni, funerali ecc…con tutti i fiori recisi andati al macero. Purtroppo questo blocco é caduto proprio nel periodo dell’anno in cui questo settore arriva al top del suo fatturato. Su questo stiamo lavorando affinché nel prossimo decreto di fine aprile vi siano degli indennizzi, unica possibilitá di intervento da parte nostra. Poi vi sono delle altre situazioni come quella dei produttori di latte; ma piú in generale tutto quel settore che aveva contratti con la filiera che riguarda la distribuzione di prodotti a bar, ristoranti e alberghi ora saltata. Molti di loro quindi si sono dovuti riprogrammare andando su altri canali. Altri invece, come ad esempio gli allevatori che avevano contratti con caseifici, si sono visti rescindere questi contratti o avere riduzioni di prezzo. In tal senso ho suggerito alcune misure specifiche per il settore del latte da inserire sempre in questo decreto»

Ad esempio?

«Il finanziamento all’ammasso privato, quindi lo stoccaggio di cagliate e formaggio purché vengano rispettati i contratti pre crisi. Questo perché dobbiamo garantire tutta la filiera, quindi dando un aiuto ai caseifici che hanno un costo in piú per mettere a stoccaggio le cagliate o formaggi a stagionare, garantendo peró agli allevatori il prezzo che avevano adottato prima della crisi».

Ci spieghi brevemente in cosa consiste il Fondo di Garanzia.

«Questa é una misura epocale che siamo riusciti a inserire all’interno del Decreto Legge ”Cura Italia”, infatti fino a oggi l’accesso al Fondo di garanzia da parte delle imprese agricole poteva avvenire solo tramite Confidi, ora quasi scomparsi con solo tre sedi rimaste in tutta Italia operanti solo a carattere regionale. Ora é arrivato il momento che anche le imprese agricole possono accedere a questo fondo, pertanto vi sará un intervento massivo anche per le imprese agricole sulle operazioni fino a 25mila euro,: operazioni garantite al cento per cento senza valutazione nel merito d credito, ossia senza istruttoria. La durata complessiva sará di 6 anni di cui 2 di pre ammortamento. Lo schema prevede inoltre di privilegiare aziende in crescita dando una possibilitá in piú anche a chi ha abbia attivato un tipo di agricoltura innovativa con uno sguardo rivolto all’export. Insomma é uno strumento poderoso quelle che stiamo mettendo in atto. L’agricoltura é un settore strategico, basti pensare al suo export e come abbia trainato il pil italiano, per questo alle imprese innovative diamo uno strumento in piú da affiancare a quelli esistenti»

Quindi una infusione in piú di liquiditá.

«Certamente, sará una iniezione di liquiditá importante per fare crescere le imprese. Noi dobbiamo guardare all’emergenza ma senza perdere il punto di riferimento che consiste nell’avere delle strategie utili per la ripartenza. Dare oggi alle imprese agricole la possibilitá di avere una liquiditá immediata utile a fare certi investiment in modo tale che, nel momento in cui ci sará la ripartenza, loro possano avere una marcia in piú, quindi maggiormente competitivi sul mercato. Viene inoltre messa in relazione la politica economica con il settore agricolo, visto che il settore agricolo verrá compreso all’interno di una politica economica nazionale. A questo punto il settore agricolo diventerá ancora piú strategico»

Problema visite mediche dei lavoratori?

«Con il decreto Cura Italia abbiamo superato anche questo problema che era un costo inutile per le imprese agricole a cui finalmente abbiamo messo un punto. Mi sono occupato di questa cosa giá dalla scorsa legislatura e inizio di questa come membro commissione agricoltura, ora abbiamo risolto il problema ed é un latro passo avanti per la sburocratizzazione della quale sempre si parla ma troppo spesso non viene praticata».

Cosa ne pensa del recente servizio televisivo di Report, dove si é parlato della possibilitá concreta che gli allevamenti intensivi presenti in gran numero nelle valli della bergamasca e bresciano, possano avere contribuito in modo importante alla diffusione del virus Covid-19 che tante vittime ha causato soprattutto in quelle zone?

«Guardi non condivido quel servizio. Mi dispiace dirlo ma troppo spesso quando si parla di agricoltura e alimentazione si evidenziano sempre temi spesso solo utili ad arrivare alla pancia del consumatore. Basti pensare ad esempio a quei servizi sul pomodoro cinese che non esiste, oppure sui grani importati che potrebbero essere tossici ma che in realtá non lo sono ecc…A me dispiace nel constatare di come vengono raccontati argomenti complessi che invece andrebbero e vanno affrontati in maniera seria e scientifica. Tra i vari esempi posso citare studi fatti dal Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura, ndr) che dimostrano come la zootecnia in realtá non sia inquinante come invece alcuni articoli giornalistici hanno diffuso in questi anni»

direttore@varese7press.it