Lega Giovani di Varese a sostegno del presidente Fontana dopo murales minaccioso

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VARESE, 16 maggio 2020-“Forza Attilio, sempre al tuo fianco”. Questa la risposta della Lega Giovani del Varesotto alla scritta:Fontana assassino” apparsa il 14 maggio a Milano.
Il discutibile murale di via Padova ha suscitato una forte condanna bipartisan dalle forze presenti in consiglio regionale. Gli autori del gesto, appartenenti al partito dei Comitati di Appoggio alla Resistenza per il Comunismo – o più semplicemente CARC -, hanno però rincarato la dose con un comunicato stampa, esprimendo soddisfazione per il proprio “capolavoro” che sarebbe riuscito proprio: “A caratteri belli grossi in modo che fosse ben visibile e non ci potessero essere fraintendimenti”.
 Così la Lega Giovani del Varesotto ha deciso di manifestare ancora una volta la propria solidarietà al presidente Fontana, esponendo uno striscione dalla sede leghista del capoluogo provinciale, situata in Piazza del Podestà.
Il murales di via Padova a Milano
«Rimaniamo attoniti per  tanta violenza verbale all’indirizzo di Attilio Fontana – ha commentato Riccardo Guzzetti, coordinatore della Lega Giovani del Varesotto – ma, anzi, crediamo che una persona che, lungi dall’essere un assasino, dimostra di essere in prima linea nella lotta contro il Covid, meriti tutta la nostra stima e solidarietà. Gli altri – continua Guzzetti -, i sedicenti “rivoluzionari” che imbrattano i muri scrivendoci insulti, sono gli stessi che il 25 aprile, in pieno lockdown, hanno colpito al volto un agente della Polizia di Stato. Per chi non li conoscesse, questi soggetti sono noti alle cronache giornalistiche per i reiterati atti di violenza, per essere gli autori del sito web: “Caccia allo sbirro” e per vantare una lunga serie di scritte oltraggiose nei confronti delle istituzioni e delle forze dell’ordine. Noi della Lega Giovani invece – conclude Guzzetti – siamo rimasti a casa o ci siamo resi utili svolgendo attività di volontariato in conformità a quanto stabilito dalla pubblica autorità. Così abbiamo vissuto il lockdown, così abbiamo vissuto la loro “rivoluzione”.