Intervista ad Attilio Fontana presidente Regione Lombardia: ”Non ho nulla da recriminare, ogni attacco nei miei confronti é solo politico e strumentale”

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Attilio Fontana, presidente Regione Lombardia

VARESE, 20 maggio 2020 di GIANNI BERALDO-

L’emergenza Coronavirus ha inciso in modo preponderante sulla quotidianitá di ognuno di noi, interiorizzando (a volte pure rendendolo manifesto) quel senso di impotenza al cospetto di un nemico invisibile come il Covid-19, che tante vittime ha causato soprattutto in Lombardia.

Momenti inzialmente drammatici gestiti dai rappresentanti istituzionali della Regione come meglio potevano e con i mezzi a disposizione in quel momento.

Tutto questo non é stato sufficiente al presidente della Regione Attilio Fontana a evitare pesanti critiche a livello gestionale.

Per saperne di piú l’abbiamo intervistato parlando di emergenza sanitaria, di progetti inerenti nuovi ospedali specializzati, di investimenti e rilancio dell’economia locale ma anche di Olimpiadi.

Cosí abbiamo scoperto una persona sincera ma dal carattere forte che non demorde al cospetto delle avversitá, mettendo in evidenza l’importante ruolo della politica nella macchina amministrativa ma sempre con un occhio di riguardo per la gente, per i lombardi.

Presidente Fontana nelle ultime settimane si sono inasprite le polemiche inerenti sistema sanitario lombardo e gestione emergenza: recentemente lei ha dichiarato che questa situazione evidenzia un ”clima avvelenato anti Lombardia”: che intendeva dire?

«Noi perseguiamo un certo modello di amministrazione, un certo modo di gestire la cosa pubblica che è tipica del centrodestra, quindi questo clima anti lombardo è stato creato per ragioni esclusivamente politiche per attaccare Salvini, per attaccare appunto il centrodestra cercando di mettere in difficoltà quello che è un punto di riferimento di quella idea politica. Questo mi pare evidente»

Durante la recente conferenza stampa relativa a presentazione nuovo DPCM, il presidente Conte ha consigliato di fare molta attenzione a questa fase 2 soprattutto ai lombardi, considerata la situazione importante a livello epidemiologico (che in realtà sta migliorando): lei pensa che vi siano da temere realmente la comparsa di nuovi focolai oppure la situazione è sotto controllo?

«In questa Fase 2 noi abbiamo sempre mantenuto estrema attenzione e cautela. Basti pensare che noi abbiamo adottato dei provvedimenti più restrittivi rispetto a tutte le altre Regioni, non abbiamo aperto certe attività, e abbiamo posto limiti maggiori per altre. Ad esempio per i ristoranti noi abbiamo chiesto l’obbligo della misurazione febbre, oppure non abbiamo aperto palestre e piscine proprio perché ci rendiamo conto di essere in una fase molto delicata. Credo che i numeri stiano andando bene ma credo anche che si debba affrontare questa fase ribadendo ai cittadini che se rispettano tutte le regole che sono state imposte il trend continuerà a essere positivo, se invece la gente è convinta che oramai è finita l’emergenza e ognuno fa quello che vuole, vi è il grosso rischio che possa ripartire la diffusione del virus. Quindi bisogna essere molto cauti e attenti nel monitorare la situazione nel territorio»

Fontana con Salvini

Nelle scorse settimane la Regione ha presentato un piano di erogazione fondi di diverse decine di milioni di euro a tutte le città della Lombardia, in modo tale che possano ripartire diversi comparti economici a livello territoriale, come ad esempio fondi per sbloccare i vari cantieri delle opere cittadine.

«Ci siamo mossi nei confronti di tutti i 1500 Comuni della Lombardia: da quello composto da 16 abitanti fino al capoluogo Milano. Tutti riceveranno un contributo che sarà evidentemente graduato in virtù delle loro dimensioni; questo serve per immettere subito nell’economia delle risorse consistenti. Per io 2020 tiamo parlando di 400 milioni che i Comuni potranno spendere da subito, sono a loro disposizione, devono soltanto presentare dei progetti per poi appaltare i lavori e immediatamente possono ripartire. Questo è un modo concreto, reale di mettere soldi veri nella economia e non promesse o garanzie, questo per fare in modo che almeno per un certo comparto vi sia la possibilita’di ripartire. Poi che si possa fare di più questo è certo. Si dovrebbe fare di più ma non dimentichiamo che noi purtroppo abbiamo dei vincoli. Per spese e investimenti abbiamo ancora qualche risorsa, infatti abbiamo previsto 3 miliardi da qui ai prossimi due anni, invece per quanto riguarda la parte corrente le risorse sono vincolate al 90% per altre cose ed è previsto un forte taglio da parte de Governo: quindi sarà anche difficile gestire l’ordinarietà quando invece avremmo dovuto ricevere dai 300 ai 400 milioni da parte dello Stato. Quindi altre iniziative dovrebbero essere portate avanti ma purtroppo abbiamo le mani legate».

Ospedale Fiera Milano

Parlando di spese e investimenti, il tanto criticato nuovo ospedale Fiera Milano che futuro avrà? Chiuderà oppure diverrà, come previsto inizialmente, una grande struttura sanitaria all’avanguardia magari con comparti dedicati anche alla ricerca?

«Guardi, le funzioni di quell’ospedale sono quelle dettate dalle linee del Governo, ossia che le Regioni dovranno mantenere gli stessi numeri attuali di sale e letti di rianimazione che avevamo attivato all’apice della crisi sanitaria. Chiaro che noi dovremo non soltanto conservare e gestire opportunamente questo ospedale che diverrà un importante punto di riferimento ma dovremmo realizzarne altri. Questo anche per liberare molti ospedali lombardi che oggi hanno ricavato le sale di rianimazione da loro sale operatorie o trasformato reparti ordinari in reparti Covid, per questo noi dobbiamo fare in modo che gli ospedali coinvolti nell’emergenza tornino alla loro ordinaria attività, non possiamo pensare che siano sempre destinati a gestire soltanto pazienti Covid. Questa è una indicazione data innanzitutto dal Governo, indicazione la quale ad esempio la Regione Emilia Romagna si è già indirizzata investendo circa 28 milioni proprio per ampliare il numero di posti di rianimazione. Stessa cosa per le Marche che stanno realizzando, o forse l’hanno già concluso, un ospedale tipo il nostro in Fiera. Noi dovremmo quindi andare avanti in questa direzione e infatti uno dei prossimi progetti che partirà sarà la costruzione di un nuovo ospedale a Brescia dedicato a pazienti Covid con un forte numero di letti di rianimazione in più. Lei avrà sicuramente letto che nella nostra stessa direzione si è mossa anche la Germania, Paese che ha già quattro volte i letti di rianimazione rispetto l’Italia ma che, nonostante tutto, ha aperto un grande ospedale a Berlino identico a quello della Fiera di Milano nel quale sono previsti quasi 500 posti di rianimazione. E questo, ripeto, nonostante abbiano già a disposizione un numero di letti di rianimazione molto superiore ai nostri».

Essere stati presi ad esempio dalla Germania è una bella soddisfazione.

«Certo però si muore anche a Berlino e lo dico sorridendo ovviamente. Il fatto che in alcuni Paesi questi investimenti vengono definiti programmazione qui invece sono oggetto di polemiche. Polemiche strumentali con finalità sicuramente non costruttive ma soltanto per cercare di raggiungere obiettivi politici».

A proposito di polemiche, lei recentemente ne ha ricevute parecchie in merito al suo operato durante la prima fase emergenziale, ribadendo che rifarebbe tutto: possibile che non trovi delle pecche sulle quali recriminare?

«Può darsi che vi siano delle cose che potevano essere fatte in modo diverso, io non recrimino su quelle contestazioni che mi sono state additate ed é pacifico che possa avere sbagliato qualcosa ma tutte le questioni, le contestazioni che mi sono state mosse sono infondate, false o assolutamente speciose: ecco in quel senso dico che non cambierei nulla di quello che ho fatto».

La sua città, Varese, ha retto bene all’urto pandemico, nonostante tutto il sindaco Davide Galimberti ha criticato l’operato della sua amministrazione evidenziando che siano stati lasciati soli a prendere decisioni durante la prima fase dell’emergenza, senza avere avuto regole chiare da seguire: che risponde?

«Non so perché dice che siano stati lasciati soli, la cosa mi lascia molto perplesso. Evidentemente il sindaco Galimberti non ha letto bene o si è distratto perché regole e linee guida di comportamento erano molto precise e tempestivamente inviate. Certo è che il sindaco Galimberti è anche quello che mi ha attaccato lunedì scorso dicendo che avevo emesso una mia ordinanza quando invece il Dpcm del Governo era stato emesso alle 17.20. Insomma come potevo emettere prima un’ordinanza senza sapere il contenuto del Dpcm? Evidentemente legge soltanto una parte delle notizie, quelle che probabilmente gli interessa».

Fontana con il sindaco di varese Davide Galimberti

Nelle sue parole si denota una certa vis polemica dal taglio politico.

«Ma sicuramente! Dire queste cose vuol dire cercare di fare polemica con fine a se stesso».

Finalmente si torna a parlare anche della macchina organizzativa olimpica, come dire la Lombardia ripartirà più forte di prima: un bel messaggio per il presente ma soprattutto per il futuro.

«Assolutamente, noi stiamo seguendo tutto il lavoro che l’amministratore Novari sta facendo (Vincenzo Novari è l’amministratore delegato del Comitato organizzativo di Milano, ndr), insomma stiamo andando avanti. Ora stiamo insistendo con il Ministro dei Trasporti per realizzare quelle infrastrutture necessarie per ripartire rapidamente, opere che sono collegate e necessarie per le Olimpiadi. Speriamo vengano sbloccati presto questi lavori, tra l’altro già approvati e finanziati quindi non dovrebbero esservi problemi».

direttore@varese7press.it